Regia di Neill Blomkamp vedi scheda film
Una comunità di orripilanti alieni, confinata nella miseria delle periferie sudafricane, è oggetto di espropriazioni forzate del Ministero della Difesa. Un sadico operatore addetto ai sopralluoghi (Sharlto Copley), dopo essere venuto a contatto con una sostanza che lo trasformerà in alieno, dovrà fare i conti con la sua stessa esistenza, rimettendo in discussione gli ideali per i quali credeva.
Metafora splatter-fantascientifica sulle deformazioni del potere capitalista, con l’affascinante ambientazione nei bassifondi delle bidonville sudafricane, dove i reietti disadattati sono proprio i mostruosi alieni, sfruttati tanto dalle bande di narcotrafficanti quanto dai servitori del potere. Il mockumentary di Blomkamp (costato 30 milioni di dollari) è una postmoderna rivisitazione della lotta di classe langhiana di Metropolis (ma dietro l’angolo ci sono sempre gli zombie di Romero): l’alieno rappresenta efficacemente lo spauracchio occidentale dello straniero, confinato nella miseria dei campi profughi in una forma di schiavitù legalizzata. Narcotraffico, bande criminali, commercio illegale d’armi si sposano con i folli piani delle multinazionali, pronte a tutto pur di mettere le mani su una devastante tecnologia militare. In questo quadro desolante, la metamorfosi del protagonista gli permetterà di apprendere anche il significato più profondo di umanità, la stessa che, solo nell’aspetto biologico, ha perduto.
Grande esordio per Neill Blomkamp, regista sudafricano dallo stile viscerale scoperto da Peter Jackson, abile a sfruttare la tecnica della camera a mano (ormai abusata un po’ da tutti) senza ricadere in facili manierismi.
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