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Bandslam. High School Band

Regia di Todd Graff vedi scheda film

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La recensione su Bandslam. High School Band

di mc 5
8 stelle

Vorrei far precedere questa recensione dal ricordo personale di un piccolo episodio che potrebbe racchiudere in sè gran parte dello spirito che anima questo delizioso e gradevolissimo piccolo film. Il fatto risale a circa un paio di mesi fa. Il sottoscritto si trovava nell'atrio di una multisala collocata in una cittadina emiliana quando notava qualcosa di certo non straordinario, ma che tuttavia colpì la sua già instabile psicologia e la sua fragile personalità. Cosa vide l'uomo (cioè io)? Vide una giovanissima coppia di "fidanzatini" che comunque qualcosa di speciale ce l'aveva. Avranno avuto -a occhio- sui 16-17 anni, e lui esibiva una t-shirt con al centro quel cerchio che è il simbolo del movimento "Mod" e ancora sopra indossava un giubbotto di jeans che sulla schiena portava fieramente ricamata la scritta "The Who". Di fronte a quella visione improvvisa che mi fece sgranare gli occhi, io, a costo di venire scambiato per una anziano maniaco molestatore di coppiette, mi avvicinai e dissi loro ciò che pensavo e cioè: "Complimenti ragazzi! Mi fa bene al cuore vedere due giovanissimi esibire con orgoglio l'icona di una delle band più grandi della storia del rock'n'roll!". I due ragazzini mi hanno sfoderato due splendidi sorrisi, lui mi ha dato la mano e lei (procurandomi un soprassalto di tenerezza da vecchio rincoglionito) ha esclamato con fierezza, indicando la scritta sulla schiena del giubbotto, "vedi, questo gliel'ho fatto io!!". E poi mi sono allontanato con un sorriso da ebete, bisbigliando fra me e me che se avessi avuto dei figli li avrei voluti proprio così...Perchè ho raccontato questo episodio, che oltretutto mi espone al pubblico ludibrio facendomi apparire come un povero nostalgico demente? Ma perchè avrei voglia di gridare al mondo che i teen agers non sono, grazie a Dio, tutti omologati, tutti terrorizzati dall'idea di essere respinti dal "gruppo" e dunque tutti maniacalmente attenti ad essere uguali a coloro che frequentano. Intendo tutti vestiti uguali, tutti ad ascoltare hip hop o, peggio, robaccia come i Tokio Hotel, oppure atteggiarsi a fans dei Metallica. Per fortuna ci sono anche, proprio come i protagonisti di questo film, quelli che -e non per questo sono degli "ufo" ma bensì ragazzi normalissimi- avvertono l'urgenza di fare un percorso che li porti a ritroso, ad anni in cui loro non erano nemmeno lontanamente stati concepiti, ad un periodo in cui la musica era davvero emozionante e non solo un flusso indistinto di suoni meccanici. Un cammino che arricchisce di tappe preziose e indimenticabili chi è convinto che il passato può rendere più consapevole e potente il presente, combattendo la banalità e la sciocca omologazione. Nel film vediamo dunque un ragazzino timido e complessato che individua nella condivisione della passione per il rock'n'roll una ragione di vita e una chiave per liberare finalmente la sua personalità e (wow!) vivere la sua prima storia d'amore importante. Un film allegro e gradevolissimo, ma anche, in alcuni momenti, malinconico e tenerissimo. Sarebbe l'errore più grande di questo mondo (e, attenzione, è facilissimo cascarci!) scambiare questa pellicola per uno di quei prodotti che vanno dritto incontro alle smanie (ormonali e sentimentaloidi) delle ragazzine ...occhio che questo non è per niente un film stupidino e convenzionale! Anzi, volendo, magari con un pò di audacia critica, potrebbe perfino essere visto in un'ottica da produzione in stile "Sundance", tanto affiorano qua e là alcuni stereotipi da piccolo film indipendente. Ragazzi, sarà che in quel personaggio appassionato delle radici del rock (nonostante potrei esserne lo zio!) mi ci sono riconosciuto parecchio, ma per me è stata pura goduria dei sensi assistere ad almeno un paio di sequenze. Prima quando il nostro giovane imbranato si vede tirare fuori, da una tipa da cui non s'aspettava di certo questa mossa, un CD dei Velvet Underground...e allora fra i due inizia un disquisire su Nico, Cale e Lou Reed. Ma il massimo arriva quando il nostro "nerd" Will Burton (questo il suo nome) conduce la sua dolce fidanzatina in una specie di "viaggio di nozze per finta" in un luogo che per lui (ma anch'io ci vado molto vicino!) rappresenta il "paradiso sognato": il leggendario locale (in realtà chiuso da anni) "CBGB's", il club di New York dove nacque e si sviluppò il punk rock alla fine degli anni '70, il posto dove Patti Smith, Ramones, Clash, Blondie e tanti altri erano di casa. Alla faccia dei Tokio Hotel e dei fottuti manichini hip hop griffati!!. Impossibile tacere poi della presenza di un "guest" che definire "special" sarebbe irrispettoso....diciamo pure un Super Mega Extra Guest: David Bowie in persona! In realtà la sua ombra si estende potente su tutto il film, anche se poi lui appare solo per una manciata di secondi quasi sui titoli di coda: ma se spiegassi qual'è il suo ruolo e la sua funzione svelerei tutta la sorpresa! Sotto alcuni aspetti, fatte le debite proporzioni e collocando il tutto in un uno sfondo teen-scolastico, il film ricorda il mitico "The Committments", con cui ha in comune il travaglio nel formare e mantenere lo spirito di gruppo in una rock band. Tutti i giovani attori coinvolti che impersonano altrettanti musicisti sono proprio loro che suonano e cantano per davvero, e dunque sono doppiamente bravi. E anche i pezzi che eseguono -pur non allontanandosi da un onesto e orecchiabile repertorio power-pop-rock- non sono affatto male. Per capire come non si abbia a che fare col solito "giocattolo per teen agers", basta porre attenzione alle riflessioni che il nostro Will rimugina fra sè e sè all'inizio del film osservando le variegate tipologie di "tribù giovanili" che lo circondano: sono pensieri istintivi ma tutt'altro che banali o superficiali. Un film che fa simpatia, suscita tenerezza, genera allegria. E dà la carica giusta di rock'n'roll.
Voto: 9

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