La recensione su Bruno

di supadany

4 stelle

VOTO : 5,5.

Pellicola irriverente e politicamente scorretta oltre l’impensabile per un film pensato comunque per approdare nei cinema e portare comunque a casa dei bei dollaroni.

Sacha Baron Cohen torna sul luogo del delitto dopo “Borat” con un altro personaggio eccessivo, se si vuole ancora di più, che si fagocita un film che altro non è che una galleria di situazioni quasi paradossali, sicuramente grottesche, tutte cucite sul suo personaggio scorretto e quasi insopportabile per ogni suo pensiero e azione.

Bruno (Sacha Baron Cohen) è un conduttore musicale austriaco ed omosessuale nel midollo che, dopo il licenziamento, decide di cercar fortuna negli States.

Cercherà in tutti i modi di diventare famoso, dapprima proponendo un programma impossibile da accettare, poi cercando di portare la pace in Medio Oriente, poi facendo scandalo con partecipazioni televisive di indubbio gusto ed infine cercando di diventare eterosessuale (d’altronde, dice lui, lo sono tutti i personaggi più famosi).

Ma come dice un saggio “al cuor non si comanda”.

Il primo pensiero che mi viene in mente è che sarebbe ora che il buon Sacha mettesse le sue enormi, queste sì, capacità attoriali al servizio di qualcosa di più p(s)ensato senza per forza eccedere oltre i limiti ogni venti secondi.

Anche perché alla fine non fa poi ridere tantissimo anche se alcune situazioni sono quasi geniali (la scena con “My heart will go on”, o il video finale costellato da star che si prestano al gioco, per esempio), altre sembrano abbiano il solo obiettivo di disgustare (in questo senza dubbio ha fatto centro) senza ottenere altro di diverso.

Dunque un film difficile da digerire, sconsigliatissimo quasi a tutti, anche se a suo modo rimane un qualcosa di non classificabile e quindi anche interessante.

In ogni caso, secondo me, più deludente che altro.