La recensione su Mister Lonely

di LIBERTADIPAROLA75

10 stelle

Apertura sequenza.

Note in sottofondo:

“Lonely I'm Mr Lonely,
I have nobody,
For my own
I'm so lonely, I'm Mr. Lonely
I have nobody,
For my own
I'm so lonely….”

E mentre ascoltiamo questa canzone meravigliosa la macchina da presa insegue un ragazzo, con una mascherina medica sul volto, viaggiare su di una mini moto portandosi appresso il pupazzo di una scimmietta.

Poco dopo ritroviamo il giovane, senza mascherina stavolta, che si esibisce a Parigi come sosia di Michael Jackson, finché incontra la sosia di Marilyn Monroe che lo invita nella sua Comune di sosia.

Intanto c’è una storia parallela di un missionario (Werner Herzog, amico di Harmony Korine che già lo aveva diretto in JULIEN DONKEY BOY) in Africa che, a malincuore, deve partire e lasciare soli i suoi bambini orfani.

Queste due storie sono destinate a incrociarsi o viaggiano parallele con uno stesso simbolico significato?

Il senso del film è la solitudine, spesso provocata dall’apparenza di non voler essere sé stessi (la metafora del sosia) o di non ricevere amore in un Mondo dominato dalla violenza.

Stavolta il budget a disposizione del giovane regista e più elevato del solito e Harmony realizza il suo capolavoro.

In realtà questo film è utile anche per comprendere il successivo (e, al contrario di questo, qualitativamente bruttissimo) TRASH HUMPERS che parla dello stesso struggente tema (la solitudine) ma sceglie il registro della noia e dell’immondizia in una brutta (per scelta registica, a mo’ di sfida) confezione, dimostrando che il tema può essere affrontato in varie forme.

A questo punto mi sembra doveroso chiudere la recensione traducendo le prime strofe della bellissima canzone di apertura che dà il titolo al film:

“Solo, io sono Mister Solitudine,
non ho nessuno,
da chiamare Tesoro mio
sono così solo, sono Mister Solitudine,
non ho nessuno
da chiamare Tesoro mio
solo, sono così solo…”

Fine? (solitudine infinita come l’Universo)