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Bright Star

Regia di Jane Campion vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bright Star

di laulilla
8 stelle

John Keats aveva provato la difficoltà dell’essere artista nel suo tempo quando – perso lo statuto dell'uomo di genio, ambita presenza nelle corti dei re o dei nobili – aveva affrontato i problemi di tutti i comuni mortali, costretti a vivere nel mondo del profitto dell’ingiustizia e a lottare per tirarsi fuori dalla miseria e dalla fame.

 

Jane Campion raccontando una storia d’amore “romantico” nella brevissima vita del grande John Keats (1795 – 1821), ne ricostruisce l’esistenza sfortunata di poeta vissuto nell’Inghilterra che, dalla seconda metà del ‘700, soffriva delle contraddizioni seguite alla  rivoluzione industriale: l’ingiusta redistribuzione dei redditi, la miseria dei più, il degrado sociale e ambientale, e la solitudine disperata degli intellettuali, privati del loro status e tuttavia in cerca di affermazione di sé.  

L’industria culturale, agli esordi, non assicurava agli scrittori alcun diritto d’autore, ma offriva loro qualche possibilità di sopravvivere scrivendo storie a puntate sulle riviste o sui giornali; nulla poteva però offrire ai poeti, da sempre poco letti e perciò poco proponibili al vasto pubblico dei lettori comuni.  

Qualsiasi loro progetto per il futuro, perciò, era destinato a scontrarsi contro questa realtà, ciò che avrebbe reso un lusso per pochi l’amore e il matrimonio, confinato romanticamente nel mondo dei sogni impossibili.

E’ ovvio, perciò, che soprattutto a a Fanny Brawne ( Abbie Cornish) – la donna, per iniziativa della quale aveva preso forma d’amore la fascinazione per la poesia e l’attrazione per l’autore – siano dirette le attenzioni della regista.

Furono infatti la sua generosa  consapevolezza e il suo realismo pragmatico a farle vivere con slancio generoso una storia d’amore non solo senza altre prospettive che la sconfitta, ma anche osteggiata da tutti, in primo luogo da Charles Brown (Paul Schneider), amico misogino di John Keats (Ben Whishaw) che viveva con lui.

Tutto ciò aveva ben compreso la madre di Fanny (ottima Kerry Fox) combattuta fra l’amore per la figlia – e il naturale desiderio di vederla ben sistemata – e la compassione per lei, alla quale non si era sentita di negare, per quanto nei limiti consentiti dalla morale del tempo, le gioie e le illusioni di un amore vero e appassionato.

 

 

Il film ci presenta momenti di profonda commozione: la dolorosa partecipazione di Fanny alla malattia e alla morte di Tom, il fratello del poeta; le passeggiate con John nella campagna fiorita di Hampstead; la struggente comunicazione dei segnali d’amore fra le pareti delle stanze da letto contigue, ma separate da una porta rigorosamente chiusa; la metaforica breve durata delle farfalle colorate imprigionate dalla vita effimera avuta in sorte, nonostante le cure attente; la complicità della sorellina che poco sa della vita, ma molto intuisce.

Né l’amore, né le cure affettuose, purtroppo, sarebbero servite a evitarle lo strazio della perdita di John, evocata dalla bellissima scena di una livida e deserta Piazza di Spagna, in quella Roma in cui il poeta, lontano da lei,  aveva voluto soggiornare, nella speranza che un migliore clima lo avrebbe aiutato a non morire o a morire senza troppo patire.

Bellissima e suggestiva la fotografia degli interni (Vermeer e la sua Merlettaia sono un riferimento d’obbligo) ma anche degli autunni brumosi londinesi, dei boschi e dei villaggi, sfondo tenero dell'amore nascente e di qualche timido bacio.

 

La scrittrice svizzera Fleur Jaeggy, in un micro-saggio, contenuto in un micro-libro uscito per la Biblioteca Minima di Adelphi col titolo “Vite congetturali”, si è occupata di John Keats e anche di Fanny, entrata nella vita di lui, “e fu quasi un sortilegio”:[….]” Fanny fu impressionata dalla sua conversazione. Generalmente trovava gli uomini sciocchi. Ebbe a definirsi niente affatto timida né modesta”.

 

Vite congetturali, davvero, ricostruzioni quasi impossibili per la scarsità dei documenti arrivati a noi, ma rese credibili dalla profonda empatia di chi li ha messi insieme con umana e affettuosa comprensione: così la scrittrice, così la regista!

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il film è attualmente visibile su RaiPlay. Questa recensione rielabora quanto avevo scritto e pubblicato su Mymovies all'uscita del film nel 2010



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