Regia di Gillian Armstrong vedi scheda film
Dopo pochi mesi dalle uscite degli ottimi “Prestige” e “The Illusionist”, Gilliam Armstrong propone un terzo, innecessario film a tema prestigiatori che quanto a qualità ben poco ha a che spartire con i due titoli sopracitati, con una storia d'amore da tabloid a farla da padrona.
Dopo “Prestige” di Christopher Nolan e “The Illusionist” di Neil Burger, usciti entrambi nel 2006, non si sentiva certo il bisogno a pochi mesi di distanza di un terzo film a tema prestigiatori. Inoltre questo “Houdini”, coproduzione britannico-australiana, non solo arriva tardi in termini cronologici facendo la figura del copycat, ma anche qualitativamente parlando è di gran lunga il più modesto del lotto. Da infatti l'impressione di essere in possesso di una sceneggiatura appena abbozzata, ai livelli di quelle che spesso davano a Totò, che a ogni passo a vuoto si limita a fare dei primi piano dei languidi occhioni neri di Catherine Zeta Jones per riempire il buco banalizzando il tutto con una storia d'amore da tabloid. Sfortunatemente la signora Douglas è a mala pena capace di tenere botta quando il copione è solido, figuriamoci in un contesto del genere.
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