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I Come with the Rain

Regia di Anh Hung Tran vedi scheda film

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AlexPortman80

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La recensione su I Come with the Rain

di AlexPortman80
2 stelle

Voto: 2/10.


Pubblico: imdb 5,2/10 – rottentomatoes 2,7/5 – filmtv (IT) 3,0/5 – moviepilot (DE) 4,8/10 – kinopoisk (RU) 6,3/10 – mtime (CI) 5,8/10
Critica: n.p.
Dizionari: n.p.

Di solito la caccia a film invisibili porta buoni frutti, a volte però, come nel presente caso, ci si imbatte in un prodotto pessimo da quasi (quasi?) tutti i punti di vista. Al momento della visione ignoravo gran parte dei membri dei cast artistico e tecnico (incluso il regista Tràn Anh Hùng), eccezion fatta per i protagonisti J. Hartnett e E. Koteas. Il film in realtà partirebbe anche bene, si è incuriositi dalla storia che ha segnato il passato dell’ex detective Kline (J. Hartnett) e la difficile cattura del killer psicopatico Hasford (E. Koteas), venendo immersi in locations (soprattutto Filippine e Hong Kong) tanto suggestive quanto insidiose. Gli interpreti principali ce la mettono tutta e risultano senza dubbio efficaci nei loro tormenti o pazzie, ma ben presto la pellicola si perde tra le mille luci, le strade e le superfici vetrate (seppur ottimamente fotografate), con alcuni personaggi che si stenta a capire cosa centrino, molteplici risvolti incomprensibili e più di un buco di sceneggiatura. Il tutto poi sprofonda al limite dello scult probabilmente a causa di una sorta di “visionarietà” (che per me fa rima con ego delirante) del regista, che insiste fino alla nausea con i flashback del confronto Kline-Hasford e con una parte finale delirante e così impregnata di follia spiritual-religiosa da essere francamente fastidiosa e insostenibile. D’accordo, il film è prima di tutto del regista (autore anche dello script), quando si pensa troppo (o solo) al pubblico si ottengono non di rado prodotti mediocri, ma nel momento in cui si sfocia nell’autocompiacimento più spinto trovo si manchi del tutto il bersaglio (salvo quello di scioccare il pubblico): se Hùng avesse deciso di guardarsi per un paio d’ore allo specchio di casa sua mi avrebbe risparmiato uno spreco di tempo di pari durata. Gli attori sono stati probabilmente sottoposti ad uno sforzo recitativo ancora maggiore nella realizzazione del backstage presente negli extra del dvd, dovendo cercare di convincere gli sventurati spettatori della bontà del progetto o delle capacità di T. A. Hùng. Il quale avrà anche vinto in passato Leoni d’oro, César e Caméra d’or a Cannes, ma non per questo mi pare un gran cineasta (almeno per la presente opera). Da dimenticare all’istante.

Cosa cambierei

"Cosa avrei cambiato" ahimè, dato che ormai la frittata è fatta (digerita ancora no). Di certo il regista/sceneggiatore: con altre pellicole sarà anche riuscito a convincere giurie e critici, ma con la presente opera l'impresa si è rivelata fallimentare, anche nei festival in cui è stata proiettata.

Su Tràn Anh Hùng

Si parla tanto di Sì T.A.V., No T.A.V., senza dubbio No T.A.H.

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