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Il papà di Giovanna

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su Il papà di Giovanna

di Peppe Comune
7 stelle

Giovanna (Alba Rohrwacher) è una ragazza mentalmente instabile che vive ricoperta dalle premure continue del padre (Silvio Orlando). É fragile e insicura Giovanna e quando crede di aver trovato l'amore in Andrea (PaoloGraziosi), la cieca gelosia le farà vedere come un'ostacolo da superare Marcella (ValeriaBilello), l'unica persona che si sia dimostrata vera amica, l'unica che l'abbia sempre aiutata.

 

 

Era da un pò di anni che Pupi Avati non riusciva a fare un film degno della sua fama di autore capace di raccontare, nel contempo, belle storie e un pò di cose del nostro paese. Con "Il papà di Giovanna" ci riesce brillantemente con un melodramma familiare immerso nell'Italia degli anni trenta di cui vengono ottimamente riprodotti gli ambienti e l'atmosfera cupa generata dal regime. Le leggi razziali, il conformismo coatto, la republica di Salò, lo scoppio della guerra e la fame, fanno da sommesso scenario alla storia di una famiglia travolta da una tragedia che neanche immaginava potesse capitargli. In realtà Giovanna può ben rappresentare la vittima dei sogni repressi dei suoi genitori: Michele, pittore mancato, fa il professore di disegno in un liceo e scrive spesso al pittore Giorgio Morandi per chiedergli il permesso di pubblicare un libro di memorie sulla loro amicizia adolescenziale; Delia (Francesca Neri), invece, sembra portarsi addosso il peso del rimorso di aver fatto appassire la sua bellezza sotto i colpi di una vita piatta. Questa loro insoddisfazione interiore trova modi diversi di manifestarsi rispetto al loro rapporto con Giovanna. Mentre Michele trova uno scopo degno di essere portato a termine nell'aiutare Giovanna ad uscire dal suo stato di insicurezza, dalla sua difficoltà di rapportarsi con gli altri, Delia vede nella condizione di Giovanna un ulteriore freno alle sue pretese di affrancarsi da una vita mediocre. Delia vuole bene a Giovanna ma non ha la forza di Michele per reggere il confronto con le continue sfide che l'instabilità psichica della figlia produce. Due modi distinti di reagire insomma, accomunati dalla medesima potenzialità di arrecare danno alla psiche di Giovanna. Per ecesso di accondiscendenza l'uno, per eccesso di indifferenza l'altro. Ma mentre Michele si riscatta dandosi totalmente alla figlia, seguendola in tutte le tappe della sua degradazione sociale, Delia si autoesclude, decide di evaporare. Il film non manca di fornire ingredienti per la nostra attualità: la smania di apparire, il genitore pronto a ogni compromesso pur di aiutare il figlio ad emergere, la bellezza che arriva a farsi frustazione e l'incapacità dei genitori di dosare i sentimenti e le loro aspettative in modo da non soffocare la crescita dei figli, sono tutti aspetti che rendono quello di Pupi Avati un film capace di dare qualche chiave interpretativa anche per il nostro contingente. Ottimi gli attori (con un sorprendente Ezio Greggio). Semplicemente straordinario Silvio Orlando, uno dei massimi attori contemporanei.    

 

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