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Denti

Regia di Mitchell Lichtenstein vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Denti

di valerioexist
4 stelle

Dawn è quella che i vicini di casa chiamerebbero la ragazza della porta accanto: biondina, non eccessivamente bella, come tutte le 18enni d’oggi va a liceo, ha una cotta per un ragazzo, ha i denti nella fregna, pochi amici ed un brutto rapporto col fratello metallaro sodomita che si incula la ragazza, ah… e usa motori di ricerca sconosciuti fatti, penso, con Front Page.
Ma, al contrario di tutte le altre diciottenni del mondo, Dawn ha una particolarità che la rende unica: è vergine!!

È la più casta di tutto il suo liceo (di una città che probabilmente è Springfield) dove viene studiata educazione sessuale su dei libri che censurano le sorche con degli adesivi dorati.
La classe di Dawn (come tutte le classi dei film americani) da allo spettatore l’idea che gli studenti non si siano mai visti prima di quella lezione che si vede nel film; sono varie persone stupide sedute su dei banchi che si limitano a ridere alle frasi “diverse” di qualche compagno.
Tra questi giovani c’è Tobey, l’unico che non ride ai bigottismi di Dawn; tra loro si crea una certa sintonia (sono entrambi vergini e con un nome di merda) ed insieme ad un’altra coppia di loro amici, vanno al cinema a vedere un film vietato ai minori (che a detta del loro amico “doveva essere un MITO”). Non ho ben capito perché dovrebbe essere vietato ai minori di 14 anni il film che loro vanno a vedere, in quanto tutto ciò che si sente in sottofondo sono fischi, molle e cose che cadono buffe.
Ma non sarà certo il buio della sala e la loro adiacenza a far si che tra Dawn & Tobey scocchi anche solo un bacio; si chiedono persino scusa imbarazzati se pigliano un pop-corn in contemporanea (mentre gli altri due se la pomiciano alla grande, ispirati da quei suoni bizzarri di quello penso essere il nuovo film, da regista, di Willy il coyote).

La sera Dawn resiste a tentazioni auto-erotiche suggestionate dal pensiero di lei e Tobey che si sposano pensando che dentro di lei ci fosse del male (e lo credo bene: ti masturbi pensando ad una torta di nozze).
Rendendosi conto d’aver reciprocamente flirtato a distanza col pensiero, i due spasimanti decidono di non vedersi più; poi cambiano idea e vanno al laghetto con la cascatella e la caverna (circa la quale la loro amica nella scena di prima aveva detto “lì ci vanno le coppiette per… beh, avete capito”, facendosi seria ed imbarazzata… ma che problemi c’hanno questi? Solo io e le persone che frequento cerchiamo di corredare ogni frase con il maggior numero di parolacce, rutti pornolalie e bestemmie?).
Qui pomiciano un po’, ma Dawn ribadisce il concetto che il suo fight club di repressi vergini ripete in loop “Purezza! Purezza! Purezza!”. Ma Tobey si scoccia della continua ripetizione di questo concetto e decide di scoparsela spiegando che era da Pasqua che si masturbava (?), solo che poi gli rimane il pene tranciato per quel fatto dei denti nella fica, lui cade e il membro (eh eh c’è scritto “membro”) va tra le grinfie di un granchio che probabilmente ci si bullerà con gli amici “aho, regà guardate c’ho er cazzo enorme hoeh hoeh” – “ma sei un granchio, non dovresti comunque avere il cazzo, o perlomeno non così” – “hoeh hoeh, state a rosicà eh?” – “vabbè, stamo a rosicà”).

Dawn è un po’ spaventata e torna a casa in bicicletta (perché è un film indipendente).
Da quel giorno dopo non si avranno più notizie di Tobey, mentre noi del pubblico italiano, abituati a certi escamotage comici, già ci aspettavamo che Tobey fosse rimasto vivo e che cantasse nel coro delle voci bianche (l’Ubalda insegna); invece no! Eccolo Tobey, sano e salvo in macchina che ci prova con Dawn dandole il suo biglietto da visita…ah no! scusate non è Tobey! È un altro compagno di scuola di Dawn per il quale pare abbiano voluto scegliere un attore quasi uguale (vaffanculo a chi fa i casting, prendetene uno biondo no? uno con la barba? No! niente, hanno dovuto prende il fratello di Tobey!).
Lei però è ancora traumatizzata da questo fatto della cesoia tra le cosce e va da un ginecologo uguale a Ben Stiller che, nel visitarla, ci rimette 4 dita della mano destra, urlando come un ossesso e sbatacchiando la ragazza sul lettino per un quarto d’ora mentre cerca di liberarsi (unico momento dove ho riso, mea culpa), lei fugge via ed il dottore rimane a terra rantolando ma, invece di bestemmiare contro tutto il calendario come noi avremmo fatto in quella o in altre occasioni, lui strilla “LA VAGINA DENTATA ESISTEEE! LA VAGINA DENTATAA ESISTEEE!”.
Così Dawn è tutta traumatizzata e va dal ragazzetto col biglietto da visita (il sosia di quello morto evirato) e comincia a farneticare varie cose. Alla fine trombano nonostante lei lo avesse avvisato di avere i denti nella fica. Ed effettivamente lui si salva la prima volta perché lei era felice di scopare. Ma quando le chiede il bis l’amplesso viene rovinato da una telefonata di un amico di lui al quale il nerd dice “me la sto scopando! Ho vinto una scommessa! Sei uno sfigato!” e detto questo lui acquisisce lo sguardo diabolico e perversamente lussurioso dicendo cose come “la tua fighetta ecc ecc”. Lei gli stronca il cazzo nello stesso momento in cui io penso di stroncare il film con questa recensione; si perché è da qui che il film cade al livello scarymoviestico della commedia americana cretina (il cui limite ancora, stranamente, non era stato del tutto varcato), lei che fa la faccetta stizzita da telefilm giàvane, il fatto che se ne vada dicendo “che eroe del cazzo!” e la musichetta stupida che mettono… terribile (ah, grazie per l’inquadratura dell’infracoscio deturpato… ma sti cazzi… li avevo messi in conto).

Detto questo che succede? Le muore la madre malata, il padre si incazza col figlio metallaro, lui gli libera il mastino contro ma poi lo lascia andare e Dawn per vendicarsi del fatto che il fratello sia stronzo se lo scopa (visto che era pure pervertito ed incestuoso) e gli mozza il cazzo che andrà in pasto al mastino.
Non mi hanno fatto schifo tanto i cazzi tagliati, quanto il piercing che il metallaro aveva sulla cappella (non ridete! È un genere mus… ah no, scusate, qui volevo dire proprio cappella, ridete pure).
Il film finisce con lei che chiede un passaggio ad un vecchio pedofilo dalle linguacce facili che sembra uscito da una barzelletta di Valentina Persia, lui ha intenzioni zozze e lei guarda la telecamera sorridendo per far capire che mo lo evira pure a lui. Originale!

Beh, che dire del coraggiosissimo esperimento del figlio d’arte Mirchell Lichteinstein? Un film indipendente che trova comunque posto nelle sale più commerciali come il cinema Adriano a Roma che è sempre solito proporci i più svariati blockbuster? (Che fai? Non lo proietti un film che parla di fregne dentate in un cinema dalla frequentazione altamente coatta? È come non vendere caffè borghetti allo stadio ma davanti agli asili). Il film esce nel 2007 in America e già allora iniziai a leggerne le varie critiche, quando la voce arrivò sempre più vicina alla penisola, chi l’aveva già visto ne scriveva bene, tuttora ancora non mi sono imbattuto in troppe recensioni negative. Com’è possibile? Analizzando bene quanto ho letto finora, la stragrande maggioranza delle persone che ha apprezzato questo film usava la lettera “g” all’interno della parola fica.
Non affidabili.
Ciò che mi stupisce è come finora nessuno si sia accorto di quanto il film possa essere un ribaltamento dell’idea base del film Gola Profonda. Lì dove c’era il clitoride in gola, qui ci sono i denti nella vagina. È interessante, potremmo stare ore a discuterne, o forse minuti, o forse parlare d’altro.

Togliendo l’idea base, carta che poteva essere giocata in miglior modo, del film “Denti” non rimane che una pellicola girata sufficientemente bene, con una sceneggiatura fiacca e non so quanto volutamente assurda (la ventenne bigotta che si imbroncia con il ragazzo dicendo “ma che sei matto? Non vedi che è un film vietato ai minori?”, il già citato “che eroe del cazzo!”, quell’inquadraturina finale alla “to be continued”, il discorso tra padre e figlio verso la fine… brutti). Al Sundance questo film ha trionfato, ma voi fidatevi di me e non del Sundance che ha abboccato a tutti quegli ammiccamenti come tutto quell'exploitation anni '70 che si vede spesso nei loro televisori durante il film (ma quanto ci piace fare i tarantini).
Per quanto riguarda le scene splatter, io non sono un amante del sangue e della violenza gratuita, in questo caso sono citofonatissime, non ci sono troppi colpi allo stomaco, purchè si stia attenti c’è sempre la musica in crescendo che ti avvisa dello schifo che ti si parerà innanzi.
C’è chi ne ha voluto trovare per forza delle morali, ma c’erano effettivamente? Probabilmente c’è un attacco al nucleare, probabile e mai palesemente accusato colpevole delle malformazioni vaginali della ragazza; ma l’attacco al bigottismo? Difficile. Strano. Non riuscito. Fare un film contro l’inibizione culturale occidentale dove la protagonista trancia i cazzi quando scopa? È come andare dal proprio figlio e digli “bello de papà! Visto che c’hai paura del buio stanotte babbo tuo ti entra in camera alle 4 di notte e ti libera un paio di cobra nel letto!”.
Come nome “Teeth” è brutto, suona male, pure “Denti” poi fa schifo (come avrà fatto Salvadores a sceglierlo per un suo film tempo fa quando non era neanche costretto a tradurlo dall’estero…).
Per completare il ciclo dei film sulle osterie, ora toccherà aspettare il film sul cazzo che fa scintille, sul salame che piace a fette e sulle signore che fanno il risotto.
Citazione: “DENTATA… E’ LATINO… SIGNIFICA DENTI…” …
Voto: 4

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