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Nella rete del serial killer

Regia di Gregory Hoblit vedi scheda film

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La recensione su Nella rete del serial killer

di bradipo68
6 stelle

Il voyeurismo imperante su internet come strumento di complicità in omicidio.L'occhio famelico sempre alla ricerca di nuove emozioni diventa strumento di morte nella rete.Il film dell'altrove mediocre Hoblit(carriera da regista televisivo di lusso da difendere) è più importante che bello.Anzi forse bello non lo è per niente perchè non basta l'efferatezza,una fotografia livida e una certa capacità di mantenere la suspense per fare un buon thriller.E'più importante per l'argomento che tratta,seppure viene il sospetto che non sia l'interesse primario del regista ,è importante perchè il suo meccanismo di suspense è basato sulla voglia di spettacolarizzazione che ha il pubblico di internet e non solo.Del resto anche negli spettacoli televisivi hanno imparato che quando c'è la rissa(sperando che si rimanga solo a quella verbale) l'audience schizza verso vette mai raggiunte.Il pubblico ha fame di scandalo,ha fame di roba forte,non importa a che costo.E il successo di molti filmati in quel tritacarne mediale universale di youtube sta a testimoniarlo.Se non fosse così non esisterebbero i famigerati snuff movies,quasi un entità mitologica,tutti li conoscono però nessuno ammette che ne ha mai visto uno.Ormai si può visualizzare tutto.In questo film si parte da un gattino seviziato fino ad essere ucciso per passare poi a delle persone uccise con metodi tecnologici perlomeno fantasiosi nella loro brutalità.E su quel determinato sito aperto dal killer(Killwithme---Uccidi assieme a me) più gente si collega più breve sarà l'agonia del prigioniero.Inutile sottolineare che le agionie saranno sempre più brevi.Finale naturalmente rassicurante con qualche imprecisione di troppo(come può un agente FBI non accorgersi che c'è un tizio su un sedile posteriore del suo SUV dopo che lo ha controllato?).Ripeto il lato filmico e poco o nulla interessante.Il discorso ,non si sa quanto involontario,sulla civiltà telecratica che è arrivata al punto di non ritorno è invece assai stimolante e assai più raggelante di qualsiasi efferatezza mostrata nel film...

Su Gregory Hoblit

regia di routine senza particolari guizzi ma sa mantenere un minimo di suspense

Su Diane Lane

appassita

Su Billy Burke

mascellonico

Su Colin Hanks

assomiglia in modo impressionante al padre

Su Joseph Cross

luciferino

Su Mary Beth Hurt

irriconscibile

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