Regia di Mike Leigh vedi scheda film
Alla prima impressione più superficiale parrebbe un film costruito su basi banali o scontate, un pò risapute: la solita morale della diversità incompresa. Più si procede nella visione, però, più si ha un altro livello di impressione che ti fa rendere conto ancora una volta dell'intelligenza e della sottigliezza di Mike Leigh: il carattere della sua ultima opera è apparentemente bonario, ottimistico, ma i colori (tenui e ugualmente sgargianti) dei pastelli o dei pennarelli del microcosmo di Poppy rendono ambiguo e lievemente amaro il senso del macrocosmo circostante. All'uno appare pazzo e inaccettabile l'altro e la bizzarria della protagonista scombussola la vita di chi gli passa accanto, anche solo per pochi secondi. Leigh non è al livello di altri film precedenti (come Belle speranze o Segreti e bugie o Topsy Turvy), ma resta intatto il suo carattere sottile, lievemente duro, indagatore, direttore delicato di personaggi e attori assolutamente credibili, anche nei casi più eccentrici. Menzione speciale non solo a Sally Hawkins, ma anche al notevole Eddie Marsan, capace di inquietare nella sua potenzialità degenerativa imprevedibile. 7 1/2
In linea più che adeguata con il senso del film è la musica originale, spensierata ma non entusiasmante, di Gary Yershon.
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