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Niente velo per Jasira

Regia di Alan Ball vedi scheda film

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La recensione su Niente velo per Jasira

di mc 5
10 stelle

Quando, poche settimane fa, mi è capitato di recensire il discreto "Crossing over", ho sottolineato come la sorpresa più bella del film, alla faccia di un bollito Harrison Ford che campeggiava sui manifesti, fosse senza alcun dubbio una incantevole Summer Bishil, giovane attrice di origine mediorientale le cui quotazioni ad Hollywood sono in costante crescita. E anche in questa pellicola, nonostante la presenza di qualche star famosa, è lei a raccogliere le maggiori attenzioni. Soprattutto perchè, poi, rispetto all'altro film citato che era un dramma corale in cui la sua parte era piuttosto ridotta, qui invece la giovane Summer è la protagonista principale e la sua vicenda "di formazione" è al centro della storia. Tenerezza. Ecco un vocabolo a cui forse ricorrerò con frequenza nel raccontare questo film. A partire dal personaggio interpretato dalla brava Toni Collette, una futura mamma in attesa di un parto che pare essere molto prossimo...e infatti cosa c'è di più tenero di una donna col pancione? Ma ad aver provocato e raccolto tutta la mia tenerezza è proprio la splendida Summer Bishil, una ragazzina dall'aspetto dolcissimo, con un viso meraviglioso in cui risaltano due occhi grandi, mobili ed espressivi, a cui si aggiunge una chioma corvina ad impreziosire il volto. E vorrei ribadire che si tratta di "tenerezza" e dunque nulla di morboso, ed è bene specificarlo, dati "gli incidenti di percorso" che la sceneggiatura riserva alla ragazzina. La tredicenne Jasira infatti -questo il suo nome nel film- viene fatta oggetto delle ambigue e tormentate pulsioni di un adulto vicino di casa (interpretato con enorme talento da Aaron Eckart). Ma procediamo con ordine. Jasira vive con un patrigno superficiale e immaturo e con la madre (interpretata da una irriconoscibile e molto isterica Maria Bello), donna anche lei parecchio immatura ed incapace di svolgere la funzione materna, che non riesce ad andare oltre la convenzione e soprattutto a leggere nella psicologia complessa di una figlia adolescente. E sono proprio le ambigue "attenzioni" da parte del patrigno che fanno prendere la decisione alla madre di "spedire" la piccola Jasira a vivere con il vero padre, il quale peraltro è un "personaggino" che ve lo raccomando...Beh, a parte che l'attore mediorientale che lo interpreta è di una bravura micidiale, si tratta di un ruolo molto incisivo. Di questo padre libanese qualche critico ha deprecato una supposta caratterizzazione da troglodita. Io, al contrario, l'ho trovato molto realista, soprattutto nei suoi frequentissimi accessi d'ira, dovuti ad una educazione morale e religiosa assolutamente intransigente ed anti-permissiva. Quello che destabilizza di più in questo ruolo è la rapidità con cui il personaggio passa dai modi cordiali, e perfino ampollosi in taluni eccessi di forma, a scatti d'ira violenti e furiosi. Io credo che in America vivano molti mediorientali come lui, che si sentono ormai americani avendo la fortuna di svolgere un mestiere ben pagato (in questo caso un impiegato della NASA) che ha garantito loro una buona integrazione nella società americana, ma che tuttavia sono ancora legatissimi a rigidi princìpi morali, spesso ai limiti di un integralismo cieco e feroce, che ne condizionano pesantemente i rapporti con la famiglia. Dunque la timida Jasira entra nella nuova casa in punta di piedi, ma è costretta subito a scontrarsi con l'odioso integralismo del padre, il quale ha un modo tutto suo di essere protettivo, un modo chiaramente ispirato a quei valori integralisti che, giorno dopo giorno, contribuiranno ad umiliare, calpestare e punire la personalità di Jasira. Che, va detto, è una tredicenne sana e normalissima. Cioè alle prese con quello che ogni tredicenne vive sulla propria pelle, e in primo luogo la travolgente scoperta della sessualità, e dunque le prime mestruazioni, la scoperta dell'orgasmo che si può procurare da sola, le prime pulsioni confuse nei confronti dell'altro sesso e -soprattutto- le reazioni confuse, imbarazzate e "strane" di fronte al potere seduttivo che scopre per la prima volta di esercitare sui maschi. Ma qui sta il problema. C'è un vicino di casa, (riservista dell'esercito USA, famiglia americana perfetta composta da marito-moglie-figlioletto-gattino bianco) che commette un grave errore. Quest'uomo crede di potersi rifugiare nel corpo di questa adolescente per poterlo utilizzare come terapia ad una tremenda crisi di identità che lo sta devastando. E' un uomo alla deriva, che si accorge di come la sua vita perfetta con la famigliola perfetta, in realtà è tutta una facciata fasulla di un edificio che sta per crollare, insomma non ne può più. E allora individua nella passione per questa poco più che bambina una medicina per i suoi scompensi. E qui bisogna supporre che sia Aaron Eckart che Summer Bishil abbiano fatto pieno ricorso a tutte le loro possibilità artistiche, perchè questo tipo di rapporto è ovviamente difficilissimo da mettere in scena: occorre innanzitutto ricorrere a toni di recitazione molto sfumati e sensibili per evitare ogni sorta di pruriginosità, e sotto questo aspetto il risultato è ottimo. Il rischio numero uno era quello di descrivere la ragazzina che scopre la sessualità utilizzando stereotipi banali che ne avrebbero accentuato il lato malizioso: e invece la piccola Summer è talmente brava che allontana ogni pensiero pruriginoso, apparendo sempre sincera e pura, sia quando è intenta a masturbarsi come quando si sente confusa di fronte agli occhi desideranti del vicino di casa. Insomma, chi non ha visto il film, leggendo queste righe difficilmente allontanerà il sospetto di una sceneggiatura furba e di un personaggio di "Lolita" già visto mille volte al cinema. E invece no. E' un personaggio dolcissimo che a me ha ispirato solo un'infinita tenerezza. La sceneggiatura ha poi aggiunto a questo sfondo un altro elemento, vale a dire una ulteriore famiglia di altri vicini (questi sì, davvero in gamba) con una Toni Collette ad un passo dal partorire da un momento all'altro, e qui devo dire che -pur non potendo verificarlo e non essendomi documentato- la mia impressione è che la Collette fosse VERAMENTE incinta e che il suo adorabile pancione fosse autentico. Il suo è un personaggio importante perchè è la prima ad avere avvisaglie e sospetti del rapporto clandestino fra il disgraziato vicino e la giovane Jasira. A quel punto la donna si mette in azione per indagare e vederci chiaro. (E anche questo meraviglioso senso protettivo verso una ragazzina che nemmeno è figlia sua è un ulteriore elemento che mi ha suscitato grande tenerezza). Da segnalare un dettaglio. Il regista-sceneggiatore Alan Ball fu anche autore dello script del celeberrimo "American beauty". Ed è fin troppo facile rilevare ciò che le due pellicole hanno in comune: il racconto dell'ipocrisia che alligna dietro la facciata perbenista della classica famiglia americana con "villetta e prato". Poi c'è un altro aspetto importante (la carne al fuoco è effettivamente parecchia in questo film), facilmente deducibile dal titolo del romanzo che ha ispirato il film: "Beduina". Questo è infatti il termine, estrapolato da un vasto catalogo di insulti, con cui la piccola Jasira viene apostrofata dai compagni di classe per via delle sue origini libanesi. Insomma, il fim è un vero percorso di formazione seguito nei suoi diversi passaggi, che segnano varie tappe della consapevolezza acquisita da Jasira. Una timida ragazzina alla ricerca di sè stessa, che vuole conoscersi e conoscere chi gli sta intorno, rischiando di conoscere anche il Male. E alla fine del percorso, conoscerà la cosa più bella: una nuova vita che nasce. PS: il manifesto italiano del film mi fa inorridire, con quella posa "da Melissa P." Queste sono veramente furbizie da quattro soldi.
Voto: 10

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