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This Is England

Regia di Shane Meadows vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su This Is England

di laulilla
7 stelle

Misteriosamente ritardata la sua distribuzione nel nostro paese: in tutto il mondo il film era uscito nel 2006; In Italia è comparso nel 2012. Ora è ricuperabile in streaming.

 


È un buon film che racconta la storia di Shaun (Thomas Turgoose), un dodicenne che ha perso il padre, caduto durante la guerra delle Falkland (1982).

Morte dolorosa, che aveva cambiato di punto in bianco la sua vita e le sue abitudini: privo del modello paterno – suo riferimento costante – gli era rimasta la madre che avrebbe voluto dedicargli più tempo, ma che in quel frangente, costretta a lavorare tutto il giorno, dopo aver traslocato in un quartiere periferico e degradato, trovava per lui solo qualche ritaglio di tempo.

Nel nuovo quartiere Shaun frequentava la scuola, ma l’ambiente gli era ostile: teppismo e mobbing erano l’abitudine di molti suoi compagni, convinti di avere diritto di prevaricazione sui deboli, come lui, che irridevan e pestavano nella persuasione che fosse questo il modo per ottenere il rispetto e l’ammirazione degli altri ragazzini.

 

A Shaun non piaceva la legge di quel branco e perciò aveva deciso di accettare la protezione in un gruppo di skin-heads disposto ad accoglierlo e a difenderlo: composita aggregazione di ragazzi in difficoltà, aperto a tutti, anche a Combo (Stephen Graham), avanzo di galera, esperto manipolatore e corruttore dei ragazzi più fragili:a Shaun sembrava una presenza rassicurante.
In nome di quel padre eroe, morto per difendere il suo paese, Combo l’avrebbe convinto presto che neri e pakistani, in Inghilterra con le famiglie per lavorare, avrebbero distrutto la civiltà inglese, contaminandola con elementi della loro cultura barbarica e inferiore.

 

Con trepidazione angosciosa seguiamo le vicende dell’iniziazione del piccolo Shaun alla violenza, ad opera di chi, usando un linguaggio elementare e attraendolo col fascino oscuro di riti e simboli era riuscito a ottenerne la fiducia.

Il film si svolge con drammatica tensione, raccontando senza retorica la storia durissima del piccolo, indotto a un pericoloso odio razzista come accade spesso fra i giovani in crisi di valori e di identità poiché quell'odio, come dichiarò il regista “gioca sulla disillusione […] accade in ogni cultura alla disperata ricerca di risposte….

 

Colpisce che alla base delle rozze argomentazioni di Combo, sia l’evidente invidia  per chi riesce a organizzare la propria vita intorno ai profondi valori dell’amore e della solidarietà che da sempre possono confortare nei momenti più difficilii: il racconto di un giovane giamaicano che parla della propria famiglia “diversa”, unita grazie a quei profondi legami sarebbe stato sufficiente a scatenarne l’aggressività rabbiosa, di fronte alla quale finalmente Shaun avrebbe aperto gli occhi.

La catarsi che infine compensa la nostra attesa, sollecitando il nostro cuore alla speranza, può sembrare semplicisticamente consolatoria, ma il lieto fine è in genere apprezzato, soprattutto quando al protagonista, così bravo e perfetto (era alla sua prima prova d’attore) si è voluto davvero bene.

 

 

 

 

 

La violenza dei comportamenti e delle azioni di cui parla questa pellicola sono il prodotto di una società mal governata, di un potere che ignora l’individuo, le sue aspirazioni, al punto che le istituzioni stesse esprimono violenza: la scuola, i ghetti degli immigrati, le periferie  abbandonate, la povertà, la guerra delle Falkland, la morte inutilmente travestita da eroismo...

 

 

La bella la colonna sonora di Ludovico Einaudi accompagna perfettamente i diversi momenti del film.

 

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