Regia di Gian Claudio Guiducci vedi scheda film
Nato a Monticiano, in Toscana, quindi trasferitosi a Genova, dove ha cominciato a giocare a pallone per affermarsi in seguito nel Milan, nel Torino, nella Roma e nel Bologna, Carlo Petrini deve la sua seconda stagione di fama - dopo quella vissuta negli anni Settanta - al polverone alzato dalla rivelazione dei retroscena del mondo del calcio. Prima un libro (Nel fango del dio pallone), al quale ne sono seguiti altri, poi uno spettacolo teatrale, i dibattiti in pubblico e adesso un film per raccontare, insieme al sudiciume del mondo calcistico, la parabola emblematica di un ex-uomo di successo. Se la sfera pubblica viene narrata soprattutto con riferimenti al calcio scommesse e al doping, quella privata si concentra sulla tragedia della perdita del figlio 19enne e sulle malattie dovute al doping. Il regista Gianclaudio Guiducci dirige con sobrietà, lascia moltissimo spazio alle parole del protagonista, intarsia il tutto con riprese d'epoca e ritagli di giornali. L'operazione, però, riesce a metà, inesorabilmente segnata da un'atmosfera sulla quale aleggia un certo patetismo, che raggiunge il culmine nelle riprese in teatro e in certi ralenty spettrali messì lì a sottolineare la cupezza dell'intera vicenda.
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