Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
I fratelli Vanzina gettano nel cesso un altro soggetto interessante, quello di una Armata Brancaleone moderna impegnata in un secondo, futuro Risorgimento, con un on-the-road da due soldi reso occasionalmente appena simpatico solo dalle verve di Abatantuono. VOTO: 3
Con “2061 – Un anno eccezionale” i fratelloni Vanzina avrebbero potuto realizzare una delle migliori opere di un'intera, lunga (e invero modesta) carriera. L'idea questa volta c'era: una sorta di Armata Brancaleone moderna messa al servizio di un neo-risorgimento ambientato esattamente due secoli dopo l'unità d'Italia. Sui titoli di testa veniamo infatti informati che nell'anno 2061 il mondo è alle prese con carenze di petrolio e soprattutto di acqua, e che l'Italia è ormai divisa in 5 stati: la Padania, il Granducato di Toscana, la Repubblica Popolare di Falce e Mortadella (in Romagna), lo Stato Pontificio e il Sultanato delle Due Sicilie. Ed è proprio in quest'ultimo che ha inizio la narrazione, con un manipolo di patrioti guidati dal professor Maroncelli (Abatantuono) in procinto di unire per la seconda volta l'Italia. Scrivevo che l'idea di partenza c'era, ma già il modo semplicistico e puerile in cui hanno diviso lo stivale in fase di sceneggiatura riporta lo spettatore con i piedi per terra. E il resto non farà poi che confermare che i Vanzina sono ben capaci di produrre sciatteria a un tanto al chilo indipendentemente dalla materia prima a disposizione, con un on the road attraverso un'Italia che a tratti ricorda quella del Rinascimento, a tratti quella futurista del “Fuga da New York” di Carpenter, cioè 'ando cojo cojo'! La comicità fa qua e la capolino, sempre e soltanto grazie a Abatantuono, perché sul resto del cast davvero meglio stendere un velo pietoso. Ma si ride comunque poco (pochissimo) e a denti stretti (strettissimi).
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