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Italia a mano armata

Regia di Marino Girolami vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Italia a mano armata

di Paul Hackett
6 stelle

Terzo episodio delle avventure del commissario Betti (quarto, se consideriamo che il Tanzi di "Roma a mano armata" è praticamente lo stesso personaggio, ma non è il caso di essere troppo cavillosi, dal momento che le varie puntate della saga sono assolutamente scollegate ed indipendenti tra loro), il secondo diretto da Marino Girolami con l'alias Franco Martinelli. Questa volta il rude commissario dallo sguardo truce, dai metodi spicci e dall'inconfondibile baffo approda nel triangolo industriale del nord, spostandosi tra Torino, Milano e Genova (in barba a qualsiasi problema di giurisdizione) per sgominare l'organizzazione criminale del simil-marsigliese Jean Albertelli (il bravo John Saxon, già comparso in "Napoli violenta" in tutt'altro ruolo ma, come già detto, inutile farsi troppi problemi). "Italia a mano armata" è un film abbastanza godibile, sicuramente non un capolavoro ma, nell'insieme garantisce un intrattenimento dignitoso per gli amanti del poliziottesco: Marino Girolami non è certo uno specialista come Umberto Lenzi ma, alla seconda escursione nel genere poliziottesco dopo una vita dedicata alle commedie, dimostra di aver preso dimestichezza con il filone criminale all'italiana, dirigendo con buono stile una pellicola che tuttavia viaggia ad alti e bassi, con parti francamente lente e noiose che arrancano stancamente alternate a belle sequenze d'azione, sottolineate dalla consueta spettacolare colonna sonora del grande Franco Micalizzi. Come al solito frammentaria e discontinua la sceneggiatura di Vincenzo Mannino: la trama è solo un pretestuoso canovaccio per affastellare sparatorie, scazzottate e inseguimenti (molto discutibile, poi, la ripetitiva autocitazione nel finale). Altalenante il cast, con Maurizio Merli a tenere la scena con la sua unica espressione e uno stuolo di caratteristi (più o meno bravi) a fargli da contorno (da notare la presenza, in ruoli secondari, di un giovane Maurizio Mattioli e di qualche attore che Girolami utilizzerà qualche anno dopo nella saga (si fa per dire) di Pierino con Alvaro Vitali. Da segnalare anche la solita, per certi versi spassosa, rassegna di prodotti pubblicizzati in maniera surrettizia. Voto sufficiente.

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