Regia di David Mackenzie vedi scheda film
Ho amato molto il romanzo, intenso, terribile, dove la passione e la malattia si intersecano e scoppiano in tragedia, lasciando morti sul cammino della storia. Patrick Mcgrath da romanziere raffinato e crudele, va in fondo alla psicologia di Stella e la ama alla "follia", come noi lettori. Il film, da parte sua, pur con tutti suoi pregi formali, non riesce a raggiungere, come spesso accade da un buon romanzo e una mediocre regia e sceneggiatura, quel pathos che abbiamo trovato nel libro. Tutto è piatto, non riesce a farti appassionare, Stella, interpretata da Natasha Richardson, con quella sua quasi catatonica recitazione, non è il personaggio che ci aspettavamo. E' una donna che soffre ma solo esternamente. Non esistono cambi di recitazione, insomma Natasha Richardson è monotona e non riesce a comunicarci le sue sofferenze interiori come il romanzo invece fa. Capisco benissimo che l'attrice, anche produttrice, sia stata ipnotizzata dalla parte, e se la sia accaparrata alla svelta. E bene ha fatto. Ma poi? Non è riuscita, complici la regia e la sceneggiatura, a rendere Stella un personaggio indimenticabile. Non cresce nel corso della storia, rimane così, dall'inizio alla fine. Missione fallita.
Gli altri personaggio galleggiano, sono prevedibili, bravi ma senza vigore, senza personalità.
Peccato per questo film che non emoziona, non soddisfa. Avere cambiato il finale non è servito a migliorare il film. Fossi stato Mcgrath non glielo avrei permesso.
La malattia mentale fa sempre molta gola a registi e scenggiatori ma non tutti sono Polanski... (v. Repulsion o Rosemary's Baby...) e allora meglio pasciar perdere...
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