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Cardiofitness

Regia di Fabio Tagliavia vedi scheda film

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La recensione su Cardiofitness

di LorCio
5 stelle

Non sarei così impietoso con Cardiofitness. Il filone moccian-brizziano è solo sfiorato, perché questa commediola furba e rapida ha le sue deboli radici impiantate in un terreno ben più complesso. Non è la sempliciotta storia di un amore contrastato dall’età e dalle convenzioni dei sentimenti ma un rapporto, certamente con lieta fine, tra due prototipi generazionali assai interessanti. Il maschietto non è propriamente uno Step, ha una gentilezza d’animo non indifferente, si abbandona alle passioni con l’inconsapevole freno della giovinezza. La ragazza è una precaria in tutti i sensi, di famiglia piccolo-borghese. Non è poi così scontato come vogliono farlo apparire. E ciò non è tanto provato da una particolare raffinatezza in sede di sceneggiatura o da qualche innovazione autoriale lanciata dal Tagliavia, quanto da piccoli elementi che qua e là nobilitano l’esile operina: il baseball, così poco frequentato dal cinema italiano (dimostrazione che il maschietto non è uno banale ma uno che azzarda uno sport poco comune come sfida al resto della compagnia); le due amiche della protagonista, ben disegnate dalle brave Giulia Bevilacqua e Sarah Felberbaum; e una perla di dialogo, tra Costantini e un uomo alla palestra, tutto incentrato sul sesso e su metafore erotiche (decisamente un episodio da non trascurare). Per il resto, Cardiofitness è un’occasione un po’ sprecata e un po’ inevitabile non priva di un suo interesse. Incredibile come Costantini abbia tentennamenti sull’avventura sessuale con la Romanoff: un ragazzo della sua età non si sarebbe fatto scrupoli. Anche se, e qui c’è l’aspetto più curioso del film, il ragazzo al centro della scena è un involontario anticonformista. Invece la cosa più imperdonabile è il remix rappato di Nessuno mi può giudicare della Caselli: inascoltabile.

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