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Un bacio romantico

Regia di Wong Kar-wai vedi scheda film

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La recensione su Un bacio romantico

di mc 5
8 stelle

Spero nessun cinefilo si scandalizzi ma mi mancano le visioni sia di "2046" sia di "In the mood for love", cioè le due precedenti opere di Wong Kar-wai, per cui non sono in grado di giudicare questa sua prima esperienza americana in chiave comparativa con le altre due. Posso però dire che questo "My blueberry nights" (che bello il titolo originale, suona meglio) è opera affascinante, dotata di struggente malinconìa, nonchè di luci, colori ed immagini che le attribuiscono senz'altro la griffe d'Autore. Il film possiede momenti intensi di grande atmosfera ma contiene anche sequenze che si sviluppano con notevole lentezza e questo potrebbe influire negativamente su una parte del pubblico: alla proiezione cui io ho assistito alcuni spettatori esternavano evidenti segni di noia. Eppure, oggettivamente, non lo trovo affatto un film noioso; certo, richiede una condivisione col pubblico nel farsi "trasportare" da un certo clima romantico, a tratti un pò languido, che caratterizza la pellicola e le conferisce un irresistibile fascino malinconico. Sarei curioso di conoscere i motivi che stanno dietro la scelta, da parte del regista, della protagonista del film, che è piuttosto singolare, trattandosi di una nota pop singer al suo debutto nel mondo della celluloide. E devo dire che apprezzo la scelta: Norah Jones impersona perfettamente questa ragazza che sta elaborando interiormente il trauma della fine coatta di un amore viaggiando attraverso l'America, e facendo la conoscenza di alcuni personaggi che finiranno per arricchirne la personalità. E' come se Elizabeth (questo il suo nome) ad ogni tappa del suo viaggio testasse negli esseri umani la possibilità di stabilire dei rapporti, quasi a voler verificare se sia ancora possibile vivere esperienze d'amore o d'amicizia con gli altri senza doverne per forza poi soffrire in qualche modo. E il film va avanti così, un road movie dei sentimenti, indubbiamente reso assai suggestivo anche grazie ad un uso ricercatissimo della fotografia. Fra le conoscenze "on the road" di Elizabeth
la piu' importante è senz'altro quella con un barista col quale finisce per condividere ben oltre le ottime torte di mirtilli che mangiano assieme: con lui trova un'esperienza di mutuo scambio di visioni della vita che le restituisce parzialmente quella serenità che aveva smarrito. Gran bel personaggio (anche da un punto di vista letterario) questo Jeremy-barista, una delle migliori performances mai offerte da un Jude Law in gran spolvero. La nostra Elizabeth fa poi la conoscenza con un personaggio "difficile", costituito da un poliziotto alcolizzato e possessivo che non si sa rassegnare all'idea che la moglie lo voglia abbandonare e tende a reagire in modo violento e distruttivo (rispettivamente un travagliatissimo -e doppiato da cani: sembra il vecchietto del Far West!- David Strathairn e una imbambolata Rachel Weisz). Poi Elizabeth si sposta a Las Vegas città del gioco d'azzardo, e qua il suo destino s'incrocia con quello di Leslie, giocatrice apparentemente disinvolta e vagamente mascolina nei modi, ma in realtà "segnata" da un rapporto travagliato e mai risolto col padre: e qui abbiamo una Natalie Portman che alcuni critici hanno giudicato severamente ritenendola penalizzata da un ruolo estraneo alle proprie corde, osservazione che non mi sento di condividere. Ma i momenti piu' intensi del film, forse anche quelli piu' lenti ma comunque quelli piu' ricchi di struggente pathos sentimentale sono senz'altro da individuare nei lunghi dialoghi notturni fra Elizabeth e Jeremy che toccano vette notevoli di lirismo, di introspezione psicologica, di ricerca di sintonìa interiore. Di Jude Law e della carica di umana simpatia che conferisce al personaggio già ho detto. Quanto a Norah Jones, mi piace continuare a considerarla una brava cantante prestata occasionalmente al cinema. Perchè qui bisogna chiarirsi: non è che lei sia un'attrice dotata di chissà quali capacità, però in questo ruolo è semplicemente perfetta. Con quei suoi incredibili occhioni e quella sua figura vagamente mediterranea (leggermente paffutella e bassina) e con quell'atteggiarsi con modi a tratti vagamente goffi e accompagnati da un'espressione costantemente stupefatta, beh, io l'ho trovata molto dolce nella sua fragile vulnerabilità di donna tradita dall'amore e alla ricerca, piu' o meno consapevole, di un nuovo amore. E poi, a dirla tutta, sarà che in fondo io sono un romanticone, ma questa idea di due persone "smarrite" che, ad un certo punto della loro vita, il destino le fa incontrare ed avvicinare sentimentalmente a cucchiaiate di torte di mirtilli col gelato, beh, è un'idea che mi fa impazzire e che non so che darei per viverla personalmente come esperienza. E aggiungo una annotazione personale. Chi ha letto queste mie mini-recensioni sa che mi diletto ad individuare nei film dei "luoghi circoscritti dell'immaginario cinematografico": ecco, in questo senso, mi piace l'idea di inserire in questa mia "galleria" ideale di "scenari" il bar di Jeremy, un bel posticino dove fermarsi la sera a mangiare qualcosa, no? e magari far due chiacchiere con Jeremy mentre sta portando fuori l'immondizia, prima di chiudere il locale. E per finire una segnalazione assolutamente necessaria per la curatissima colonna sonora, in cui compare (ovviamente) Norah Jones, insieme a mostri sacri come Otis Redding e ad un rifacimento in chiave jazzistica di "Harvest Moon" di Neil Young da parte di Cassandra Wilson. Il tutto curato da quel genio di Ry Cooder, la cui chitarra deliziosamente "bluesy" sottolinea molte sequenze del film. E per ultima la vera ciliegina sulla torta (di mirtilli??!): Cat Power la quale, oltre ad essere presente nella colonna sonora con due brani, si presta (bella come il sole!) ad un gustoso cammeo di pochi minuti, in cui bacia sulle labbra Jude Law e sfodera un sorriso che scioglierebbe perfino la guardia di un carcere turco...
Okay. E adesso tutti a mangiare la crostata di mirtilli col gelato.

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