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Notturno bus

Regia di Davide Marengo vedi scheda film

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La recensione su Notturno bus

di ROTOTOM
8 stelle

Notturno Bus è un noir italiano, film che si distacca dalle produzioni attuali per abbracciare il cinema di genere, tentare una riconciliazione con le storie un po’ sospese tra provincia e incredulità, violenza e ironia, coraggio e realtà dei fatti. Quelli di un sistema cinema tronfio che questi film non li ama proprio. Invece la gradevolezza di questa semplice storia di cialtroni freak all’inseguimento del più classico dei microchip, come da cliché di milioni di km di film e tonnellate di letteratura noir/spy story insegnano, sta proprio nella semplice sospensione della credulità che il film richiede, mostrando personaggi tagliati un po’ con l’accetta, deliziosamente pittoreschi stagliati in una notte qualsiasi a compiere imprese criminose che fungono da pretesto per una commedia nera come non se ne vedevano da anni. Tra una banda di trafficanti in attesa di scambiarsi soldi-contro-chip supersegreto si inseriscono le storie di una piccola ladra di documenti (Giovanna Mezzogiorno), un fallito filosofo/autista d’autobus oberato da debiti di gioco (Valerio Mastrandrea) e del suo arcigno esattore. Tra killer spietati e situazioni paradossali il film vola via leggero e spensierato, ricalcando senza prendere sul serio le situazioni noir classiche, dipingendo personaggi quasi caricaturali splendidamente mono traccia come il cinema di genere impone (il duro, il gelido, il cattivo dal cuore buono) e infarcendo il tutto dell’ironia della commedia che per una volta non pretende ne’ di sottintendere a temi attuali o a satira di costume ne’ di stupire sbracando. Il film si riconosce soprattutto nella faccia triste e vivace di un Valerio Mastrandrea misurato e saggiamente consapevole delle proprie capacità, vera maschera da commediante di spessore molto più profondo di come viene (poco) proposto. Giovanna Mezzogiorno si distacca un po’ dalle isteriche figurine dei film fin qui interpretati anche se la sensazione d’overacting è sempre in agguato. Fotografia onesta di una vicenda notturna e regia senza infamia e senza lode, capace di mettersi al servizio della storia senza eccedere in virtuosismi e resistendo alla tentazione di indugiare troppo sulla storia d’amore dei due protagonisti, cosa che avrebbe edulcorato una storia di per sé cattivella ma dopo tutto politicamente corretta, con lieto fine e sorrisi. In ogni caso restituire dignità ad una storia, senza dover intraprendere uno psico viaggio nel metacinema autoriale è già di per sé un merito che (spero) presagisca se non la nascita almeno il concepimento di film così, di carattere e caratteristi, di facce e situazioni, storie semplici e dirette a divertire, archetipo di quel cinema di genere che è scomparso e che in passato aveva fatto la fortuna del nostro cinema.

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