Regia di Manuel Huerga vedi scheda film
Nella Spagna del 1973-74 la morsa della dittatura franchista si sta facendo più feroce. Un giovane studente, Salvador Puig Antich, passa alla lotta armata formando il MIL, il Movimiento Ibèrico de Liberación. Da qui il regista Manuel Huerga ricostruisce la storia dalla sua militanza alla terribile condanna a morte per garrota.
Forse nelle mani di registi come Loach o Gitai un soggetto del genere sarebbe stato trattato in maniera più dura e decisa, ma sono solo supposizioni senza controprova. Huerga opta per una fotografia curatissima e contrastata, con un bianco molto sparato. In certi istanti sembra quasi farsi prendere la mano dalla mdp e la regia si fa ridondante, quasi compiaciuta. I toni diventano forse un po' troppo romanzati soprattutto nella prima (e "gangsteristica") parte del film, dove il montaggio si fa frenetico e l'azione concede poco spazio alla riflessione.
Detta così, il risultato raggiunto sembrerebbe mediocre. Invece, il regista spagnolo ha il merito di non scadere nella mera elegia di un combattente diventato martire. Nella seconda parte il ritmo rallenta mano a mano che ci si avvicina alla sentenza. Lo spettatore ha il tempo di riflettere, seppur ogni tanto si calchi la mano sulla sfera emozionale in modo un po' calcolato, ed è difficile non sentire dentro un brivido gelido che ti oltrepassa. Raccontare la storia, poi, non è cosa semplice. Huerga riesce a farlo senza risultare scontato e senza rifugiarsi (almeno completamente) dietro una sterile cura formale. Pur con le sue imperfezioni, "Salvador" è un film che si fa guardare, che sa coinvolgere e che meriterebbe di essere visto soprattutto per il tema (a molti ignoto) che affronta.
In Italia è passato in sordina, ma è reperibile in DVD.
7
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