La recensione su Il 7 e l'8

di Lord Holy

8 stelle

Queste sono le commedie italiane che piacciono a me. Quando lo spettacolo risulta gradevole, intrattiene con leggerezza, si palesa ricco di genuina simpatia, merita tutte le attenzioni e i plausi del caso. La formula di tale successo non è certo un segreto. I meriti principali risiedono ovviamente nella coppia di protagonisti, Salvatore Ficarra (Tommaso Scavuzzo) e Valentino Picone (Daniele La Blasca). I due ben noti comici di professione, infatti, confermano la loro complicità di sempre e lo stile che ogni volta li caratterizza. Si ride abbastanza spesso, in alcuni momenti proprio di gusto, del loro tipico e inconfondibile umorismo, da apprezzare davvero perché sincero, spontaneo, sano e mai volgare. Trovano inoltre qui una narrazione non pretestuosa bensì interessante, divertente e pure coinvolgente. L'efficacia delle battute di dialogo e l'ilarità delle situazioni riscattano a pieno titolo la sostanziale prevedibilità di fondo e labilità della storia. Il piacere della fruizione non viene affatto sminuito da tale lieve e solo difetto. I personaggi di contorno hanno comunque una loro specifica dimensione di senso e utilità, sono funzionali e si prestano con disinvoltura al "gioco" delle parti. Consigliato dunque senza alcuna remora o esitazione, per trascorrere novanta minuti di pura e dolce spensieratezza, gaio e sereno buonumore, viva e autentica soddisfazione.

La trama

Daniele frequenta senza troppi slanci la Facoltà di Giurisprudenza e, con lo stesso entusiasmo, una fidanzata politicamente corretta che fa l'assistente all'Università. Il padre, colonnello dei carabinieri, gli ha sempre insegnato a rigare dritto e stare alla larga dai perditempo. Ma il destino mette sul suo cammino Tommaso, un tipo poco affidabile, un ladro di segnali stradali e taroccatore di professione, specializzato in cd e schede telefoniche, che guarda caso è nato il suo stesso giorno, nella stessa città, persino nello stesso ospedale...