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L'ultimo re di Scozia

Regia di Kevin Macdonald vedi scheda film

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La recensione su L'ultimo re di Scozia

di mc 5
8 stelle

A me ha ricordato vagamente il mitico "Fuga di mezzanotte"; certo sono due vicende molto diverse, ma hanno in comune la storia un ragazzo occidentale che scopre un altro mondo e un'altra civilta', e da questa conoscenza ne uscira' sconvolto (la' era la Turchia, qui l'Uganda). E' un film avvincente, che inchioda alla poltrona in due modi diversi: prima mostrandoci un Paese in festa, povero ma ricco di antica civilta' e di tradizioni folkloristiche, e poi con la discesa agli inferi del giovane protagonista. E quest'ultima parte si fa spesso insostenibile, tanto realisticamente e' descritta la follia delirante del dittatore Amin, follia che si manifesta in indicibili atti di violenza. Ma non e' solo questione di cio' che si vede, ad essere inquietante e' proprio l'assurda instabilita' mentale di quest'uomo il cui umore passa dal divertito al sadico nel volgere di pochi istanti. Pare che la figura del giovane medico sia stata inventata dagli sceneggiatori per rendere piu' "narrabile" la vicenda in senso cinematografico: se cosi' e', hanno comunque fatto un buon lavoro, costruendo un personaggio credibile, e rappresentato da un bravo attore, che non conoscevo e che attendo ad altre prove. Ma il mio plauso e la mia stupefatta ammirazione vanno senza riserve al mostruoso Amin messo in scena da Forest Whitaker, il quale riesce a rendere al 100% la diabolica follia mista ad infantilismo di questo personaggio, e ci riesce toccando corde che solo un grande attore riesce a raggiungere: cioe' lui penetra talmente bene dentro alla testa di Amin che DIVENTA Amin stesso, dunque (attenzione!)senza gigioneggiare: e il rischio era proprio questo, dovendo rendere un personaggio oltretutto spaccone, megalomane e fanfarone. Dunque un Oscar che il buon Forest merita in modo sacrosanto.
Apprendiamo dai titoli di coda che il regime di Amin fece qualcosa come trecentomila morti, ed e' un dato su cui riflettere, se pensiamo a quanti focolai di malessere che sfociano prima o poi in guerre tribali, esistono in Africa, Paese dove, tra ignoranza e poverta', hanno buon gioco questi personaggi pazzoidi che promettono riscatto e dignita' alle popolazioni e che finiscono poi per reprimere nel sangue ogni voce dissenziente, arricchendo solo se' stessi e i propri cortigiani. Salvo poi venire rovesciati dal successivo tiranno populista di turno.
Un film che fa bene a chi lo vede.

Sulla colonna sonora

Molto bella, a cavallo tra funky e ritmi tradizionali africani.

Su Forest Whitaker

Tanto di cappello, Mr. Whitaker. Lei e' "un grande".

Su Kevin McDonald

Ha fatto tesoro della sua esperienza di premiato documentarista, con tutto un lavoro di preparazione raccogliendo materiale sulla vicenda ugandese. Consigliatissimo anche: "La morte sospesa" sua docu-fiction distribuita da Fandango.

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