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Intolerance

Regia di David W. Griffith vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Intolerance

di ethan
10 stelle

TFF 34 - FESTA MOBILE 

 

Dopo i titoli di testa e le classiche didascalie del muto, vediamo la prima inquadratura fissa, in campo medio, con una donna (Lillian Gish, musa di Griffith) che dondola un bambino in una culla e sullo sfondo a sinistra tre anziane con un velo; tale scena, che verrà ripetuta più e volte nell'arco della narrazione, fa da collante tra le quattro storie - ambientate in età diverse e lontane tra loro - che verranno narrate: la prima (La madre e la legge) è ambientata all'epoca in cui uscì il film, con protagonisti due giovani dei bassifondi che si amano, sullo sfondo di una grande città, ma che le vicissitudini e il destino tentano di dividere. La seconda (La notte di San Bartolomeo) è situata in Francia e parla della strage degli Ugonotti da parte dei cattolici, avvenuta nel 1572. La terza (La passione di Cristo) si svolge in Giudea ai tempi di Gesù, dove vengono esposti alcuni episodi cruciali della sua vita adulta, e si chiude con la crocifissione ed infine la quarta si colloca nel 539 a.C. (La caduta di Babilonia) quando, secondo il racconto biblico, la città venne distrutta, a seguito del tradimento di un sacerdote, dal re persiano Ciro il Grande.

 

'Intolerance', nello splendore della versione restaurata dal MoMA, della durata di 185 minuti all'inizio dei titoli di coda, per un minutaggio complessivo di 198, visto finalmente nella lunghezza che, secondo il critico che l'ha presentata al TFF insieme alla direttrice Emanuela Martini, nemmeno Griffith stesso mai era riuscito a vedere, fu girato dal cineasta americano come risposta alle accuse di razzismo, che avevano accompagnato l'uscita, un anno prima, di 'Nascita di una nazione', controverso (secondo) lungometraggio certamente da condannare dal punto di vista del messaggio ma chiaramente straordinario dal punto di vista artistico.

 

Quest'opera gigantesca invece, è un affresco che narra, come dicono le prime didascalie, della lotta tra odio e intolleranza da un lato e amore e carità dall'altro, in poche parole quindi dell'eterno conflitto tra il bene e il male, che si perpetua fin dall'antichità, accompagnando sempre la storia dell'umanità, sia per quanto riguarda grandi eventi, come quelli del secondo, terzo e quarto episodio, sia quelli più minimalisti ed intimisti del primo.

 

'Intolerance' è un kolossal - per i capitali immessi, la magniloquenza dei set ricostruiti ed il numero di comparse coinvolte - ma contemporaneamente un lavoro sperimentale, per tutta una serie di scelte linguistiche (primo e primissimo piano, campi medi e lunghi, uso di carrelli e gru, montaggio parallelo) usate dal geniale filmmaker e pioniere del cinema americano che, sebbene non fossero state da lui inventate, da lui furono perfezionate per accrescere la tensione e armonizzare il senso del racconto, costruendo sequenze dotate di un ritmo perfetto e di una mobilità e plasticità che hanno dello sbalorditivo, se si pensa che il film è girato nella 'preistoria' del cinema, con disponibilità di attrezzature dallo sviluppo limitato.

 

Le quattro vicende - emblematiche dei conflitti che sorgono tra gli esseri umani per odio, gelosia, invidia, rancore - sono oltretutto raccontate con il felice ed efficace espediente, poco prima accennato, del montaggio parallelo, portando cioè avanti a poco a poco le varie storie intrecciandole, in modo da accentuare il pathos racchiusa da ognuna di esse, accumulando tensione a tensione, specie nella celeberrima e parossistica sequenza, relativa all'episodio più recente nel tempo, in cui Griffith ha applicato lo stratagemma del 'salvataggio dell'ultimo minuto', accresciuta anche dall'uso di primi e primissimi piani degli attori di febbrile intensità espressiva.

 

'Intolerance' è un'opera monumentale che, esattamente a cento anni di distanza dalla sua realizzazione, rappresenta una pietra miliare del cinema (non solo del muto) nonché - se vista su grande schermo - un'esperienza visiva indimenticabile.

 

Capolavoro assoluto. 

 

Voto: 10 (visto nella versione restaurata, con didascalie in inglese).

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