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Exiled

Regia di Johnnie To vedi scheda film

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La recensione su Exiled

di carlos brigante
8 stelle

Macao 1998, il boss Fay (Simon Yam) dà ordine a due suoi sicari di eliminare Wo che si è rifugiato nella colonia portoghese con la propria famiglia in cerca di una nuova vita. Arrivati da Wo, si imbattono, però, in altri due gangster pronti a difenderlo. I cinque si conoscono da sempre e ben presto le cose non vanno come erano state pianificate. L'amicizia è un sentimento forte, più forte di tutto l'oro del mondo. Il mucchio selvaggio è pronto ad andare incontro al proprio destino contro tutto e contro tutti.

"Il tema di 'Exiled' è la transizione. Un gruppo di persone che cambiano in un'era che cambia e loro sono confusi. Non sanno cosa li aspetta e in che modo le cose cambieranno ma, in un tale stato di confusione, se riesci a buttare ogni cosa dietro e catturare un unico momento di gloria nella tua vita tutto il resto non conta nulla."

Questo è ciò che affermò Johnnie To durante un'intervista al Festival di Venezia. Un senso di disorientamento, di insicurezza, e di profonda malinconia pervade tutta l'opera, cadenzata da esplosioni di violenza e da momenti più soft. "Exiled' è un film che in alcuni momenti risulta quasi eccessivo nei suoi virtuosismi registici, ma fortunatamente To riesce a non inciampare in vuoti arpeggi privi di sostanza.
Il suo è un cinema che cita e si ricita continuamente (le sparatorie che si risolvono in banchetti, gli agguati al ristorante, i cellulari, la desolata metropoli notturna). E' un cinema, infatti, che guarda alla tradizione dell'action di Hong Kong, ma che attinge anche dal western crepuscolare, dai film di cappa e spada e dal noir europeo e americano. To, quindi, conosce alla perfezione gli archetipi dei vari generi, ma li smonta e li riassembla continuamente creando uno stile personale che non ha eguali. Come accennato, a squarci furibondi di azione,  alterna pause dai contorni vagamente grotteschi, in cui i suoi personaggi perdono quella caratterizzazione classica del gangster risoluto e ritornano quasi ragazzi. Un po' come il Kitano di "Sonatine".
"Exiled' è un film prevalentemente notturno. Quando (ri)sorge il sole, la città è ormai lontana. La metropoli è un luogo buio illuminato solo dai lampi delle sparatorie e dalle luci artificiali. Uno spazio desolato in mano alla mala e dove la polizia è pressochè inesistente ed incosistente, impersonificata dalla goffa figura di un vecchio poliziotto prossimo al pensionamento. Pura e semplice macchietta di se stessa.
Il mondo di To è dominato dalle figure maschili. Ronin "esiliati" senza futuro; cow boy solitari prossimi alla fine. Le figure femminili appaiono invece di rado, ma sembrano le uniche a trovare salvezza.
Eccessivo, policromatico, polimorfico....affascinante. Questo è "Exiled". Altro che opera incompiuta!

Cosa cambierei

8

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