Regia di Joachim Lafosse vedi scheda film
Una madre divorziata e i suoi figli gemelli, due ragazzi ventenni, vivono, ridono, si coccolano, litigano e, spesso, soffocano in una bella, grande casa della campagna belga. La casa è la protagonista e un elemento fondamentale del loro rapporto, l'ultima cosa che è rimasta ai ragazzi di un'immagine paterna sfumata nel rancore, la tana che dà protezione, ma anche la prigione che lega la madre a una vita che non ha più sbocchi. E la madre decide di vendere, per aprire un bed and breakfast in Francia insieme all'uomo che è diventato il suo nuovo compagno. Moderna rivisitazione del "family drama" classico, Proprietà privata è un film che non mantiene completamente le sue promesse. Il regista Joachim Lafosse, con la sua macchina da presa ostinatamente ferma sulle stanze familiari, costringendo i protagonisti a entrare e uscire dall'inquadratura, crea durante la prima parte un'efficace atmosfera claustrofobica, dove il troppo amore non promette nulla di buono. Purtroppo però, nonostante l?interpretazione eccellente dei tre protagonisti (la Huppert sempre più brava e i fratelli - non gemelli - Yannick e Jérémie Renier, quest'ultimo protagonista di L'enfant dei Dardenne), i personaggi non crescono a sufficienza e la conclusione arriva piuttosto scontata. Forse, per una volta, un approccio linguistico meno rigoroso, avrebbe aiutato l'approfondimento del dramma.
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