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Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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La recensione su Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo

di mmciak
6 stelle

"Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo"
diretto nel 1956 da Mauro Bolognini, devo dire
che non mi è dispiaciuto.

La storia si svolge a Roma, e racconta che quattro zelanti
vigili urbani si misurano con l'opinione tendenzialmente
negativa che la popolazione ha maturato per la loro categoria.

La pellicola prodotta dalla Imperial Film si colloca
nella nostra amata "Commedia all'Italiana" quando
questa veniva ancora scritta bene e che c'erano
Attori e registi con gli attributi, infatti in sceneggiatura
figurano un trio con i fiocchi come Maccari-Scola-Manzari,
e impostano il tutto verso i vigili urbani e con uno sguardo
ironico ma anche malinconico creano uno spaccato
di quell'Italia ingenua di allora del dopoguerra
e pre-Boom.

In cabina di regia figura figura un futuro grande
come Mauro Bolognini al 5° Lungometraggio,
che a tratti anche in questo ci sono scorci
malinconici che metterà frutto nei
suoi lavori successivi, e ha la fortuna di avere un Cast
"All Stars" che erano i beniamini del momento che poi
dopo divennero punto di riferimento per le nuove
generazioni di comici, ma attenzione questi erano
anche veri e propri Attori.

Comunque questo è formato da:
Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi,
Gino Cervi, Nino Manfredi, Valeria Moriconi, Tiberio Mitri,
Memmo Carotenuto, Anita Durante, Riccardo Garrone
e il piccolo Edoardo Nevola.

Ognuno di loro con i loro tic e le fisse allora
c'è la bontà e all'indulgenza sofferta di Pietro Spazziani,
la severa professionalità di Alberto Randolfi, che non
perdonerà nessuno, dalle alte cariche istituzionali, alle suore,
che è fissato con il francese, ma diciamo che il vero
protagonista è il brigadiere interpretato da Fabrizi,
vedovo con un figlio piccolo e un altra ventenne
che vuole sposare un suo collega che ha l'hobby
del pugilato e ha i toni più malinconici dove c'è
una differenza tra generazioni tra il dopoguerra
e i giovani di allora, che andavano in giro in lambretta.

Insomma tutto il complesso è costruito su questi
Attori e sui questi personaggi com'erano le
Commedie allora, ma con la particolarità che
vuole raccontare l'Italia e metterla in scena,
che poi non esiste più per la sua genuinità
e ingenuità con una critica ironica verso i vigili
urbani con diverse estremità e tormentoni
divertenti, anche se in alcune caratteristiche
sono abbozzati i personaggi.

Invece nel reparto tecnico segnalerei
le musiche del Maestro Carlo Rustichelli e le
scenografie di Flavio Mogherini, futuro regista,
per una buona messa in scena.

In conclusione un Film medio,
che alla fine non è solo una Commedia per i
toni malinconici dei personaggi di Fabrizi e
De Filippo,dove è in linea con quello che
andava allora e uno spaccato d'epoca
dell'Italia ingenua e genuina di allora,
incentrato su tormentoni ma non solo,
anche se alcune cose è solo abbozzato
vuole raccontare storie di vita andando
a un finale memorabile dove c'è Sordi
che parla milanese è irresistibile.

Il mio voto: 6,5.



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