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Goodbye & Amen

Regia di Damiano Damiani vedi scheda film

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La recensione su Goodbye & Amen

di lamettrie
9 stelle

Un gran bel thriller, che interpreta al meglio vari generi: poliziesco, spionaggio, psicologico, politico. Benché molto sottovalutato, non sfigura affatto rispetto ad altri prodotti simili, che magari hanno vinto i massimi premi. Damiani si conferma in compagnia dei migliori registi di sempre, anche con questa pellicola, sulle tipologie appena citate.

Il messaggio politico sottotraccia è molto chiaro, e assai istruttivo, purtroppo, per due aspetti: 1) il ruolo internazionale del’Italia e 2) i colpi di stato nei paesi meno progrediti, che sono poi la maggioranza. Su quest’’ultimo punto, l’indicazione è chiara sin dall’inizio: l’America crea questi colpi di stato, fabbricando quasi dal nulla le guerre civili e mettendo a capo di questi disastrati paesi dei dittatori che, in nome della democrazia (che poi non arriva affatto, lasciando così inalterate inciviltà e violenza impunita), svendono il proprio paese, asservendolo meglio alle multinazionali americane. In cambio di questo gravissimo collaborazionismo hanno il potere e i soldi, oltre al giusto disprezzo di quei pochi, tra i connazionali, che non sono ignoranti e disonesti, o che almeno non vogliono farsi abbindolare dalla retorica armata sotto silenzio dagli Usa. Il film è del ’77: dopo 41 anni non è cambiato nulla. Del resto gli Stati uniti fanno ciò dall’800 (anche se non sono i soli a farlo, quantunque siano i più feroci: oggi Russia, Cina, Inghilterra e Francia sono i più attivi in seconda fila): sono i più pericolosi portatori di violenza nel mondo, dati alla mano,e qui ancora li si crede invece come coloro che combattono più di tutti la violenza nel mondo.

Il ruolo internazionale dell’Italia è tuttora tale: di asservimento agli Usa. Infatti sui reati compiuti da americani su suolo italiano, è chiara la gerarchia di chi conta davvero: all’ultimo posto le autorità italiane; al penultimo l’ambasciata americana; al primo posto la Cia. Anche questo dato è molto istruttivo: tra le istituzioni americane in questione la più importante ufficialmente è l’ambasciata; ma quella che conta sono i servizi segreti, che compiono reati commissionati in modo ferreo dalle massime gerarchie dello stato. L’umiliazione dell’ambasciatore, ad opera della spia, è assai eloquente. La violenza di stato nascosta è prevalente rispetto alle istituzioni diplomatiche, che sono solo un orpello necessario a depotenziare la giusta accusa; ma la realtà sconfessa la diplomazia, e senza farsi accorgere (sperano) la violenza, il diritto del più forte sono l’autentica stella polare dell’America. Come di ogni impero passato, purtroppo.

Il finale porge un documento chiarissimo sull’asservimento dell’Italia: il capo degli inquirenti italiani, Moreno trova le prove che la spia ha commesso un delitto, e glielo dice; ma poi, trattandosi di una sparatoria fra due cittadini americani, chiude il sipario con un indecoroso classico all’italiana: «meglio non ficcare il naso negli affari altrui». Peccato che il teatro di quei delitti era il suolo italiano, e doveva andare avanti con le indagini.

Detto del versante politico, il più importante assieme a quello morale, non si possono dimenticare gli altri pregi di un’opera d’arte che pare non avere quasi difetti, se non forse questo: la trama è un po’ troppo difficile da intuire, anche se inevitabilmente questa imperscrutabilità è richiesta dal genere spionistico. Che è gestito in modo egregio: infatti non si capisce mai qual è la realtà. Il convergere e il dissociarsi continuo di finzione e verità è giocato con la massima sapienza da Damiani, che è anche sceneggiatore. La variante del folle assassino, che complica il thriller, è ottimo, nonostante fosse difficile da inquadrare in un contesto già così complesso. La colonna sonora aiuta decisamente.

Tutti recitano bene. Il ritmo è sempre alto, così come la tensione, con l’utilizzo degli ostaggi … Il finale è da manuale, ma tutto il resto del film ne è una preparazione nient’affatto inferiore, quanto a qualità.

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