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I diavoli

Regia di Ken Russell vedi scheda film

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La recensione su I diavoli

di carlos brigante
10 stelle

I diavoli è una forte e pungente critica alla Chiesa come istituzione; al gregge di alti prelati che, nominando invano il proprio Dio, prevarica i diritti naturali di ogni Uomo in nome di interessi personalistici; ad una Chiesa che in nome del Signore umilia, tortura e uccide gli uomini, teoricamente figli del suo Dio. Una Chiesa che bestemmia, dunque, più dei propri miseri peccatori, impantanata com'è in loschi sotterfugi per raggiungere il potere (politico). Russell parte con toni grotteschi e sbeffeggianti, ma via via amplifica il dramma ben incarnato dal Padre "casanova" Grandier (Reed), colpevole solo di essere Uomo e di cedere ai normali istinti della carne. Grandier, pur nella sua umana ambiguità, risulta essere la figura più vicina a Cristo e ai suoi dettami, immolandosi come una Giovanna d'Arco al maschile. I diavoli è un film dove la scena spesso è occupata da cumuli di corpi: ora morti, ora nudi, ora deliranti....ora bruciati. Blasfemo? Può darsi, ma non in un'accezione negativa. Russel con toni sgargianti e cupi allo stesso tempo denuncia l'ipocrisia sorta alle spalle del crocifisso e lo fa in maniera sublime con una regia pomposa, ma mai fittizia. Maestose oggettive, carrellate sinuose e primi piani profondi, sono ben accompagnati dal giusto utilizzo della musica, da scenografie barocche (di D. Jarman) e da una fotografia camaleontica.
In una (lunga) notte da (possibile) Fuori Orario I diavoli potrebbe essere trasmesso insieme a La Via Lattea di Bunuel, La Passione di Giovanna d'Arco di Dreyer, Il processo di Giovanna d'Arco di Bresson e a Narciso nero di Powell e Pressburger, le cui suore, a confronto di quelle di Russell, paiono docili agnellini appena "sfiorati" dall'umana carnalità.
Quest'opera russelliana appaga la visione, ma soprattutto pervade la post-visione intrappolando lo spettatore nel suo scatenato vortice visionario.

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