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L'amante indiana

Regia di Delmer Daves vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'amante indiana

di woody
8 stelle

Uno dei primi western di "opposizione" che patrocina la causa degli indiani illustrandone, di spigolo, gli stili di vita, e centralmente invece la loro integra, ma sovente disconosciuta, dignità di popolo e di persone (esente cioé da intolleranze o pregiudizi, abituali scorie del genere). Dipinti quasi sempre come primitivi selvaggi a caccia di scalpi da scorticare, animali da depredare o fucili da trafugare, infatti, ne "L'Amante Indiana" l'indirizzo seguito è quello invece della comprensione, una oggettiva osservazione delle loro scelte (ma afferrandone l'intrinseca bontà) alla scoperta (e consolidamento) delle ragioni di una lotta che non poteva che essere finalizzata alla sopravvivenza e al mantenimento di una propria unità sociale e culturale all'interno di un proprio territorio. La reciprocità di intenti con i bianchi e la presenza di una pari minoranza ciecamente votata al proseguimento di una feroce guerra senza senso o costrutto, oltre a pareggiare i piatti della bilancia, fornisce al film argomenti sufficienti per costruire un adeguato clima di incertezza sulle sorti della vicenda principale e di quella dei singoli. Ma non di soli costumi o di mero avvenimento storico tratta la pellicola. Amicizia, amore, fiducia, lealtà, decoro, desideri comuni ad entrambe le parti, si fondono in un toccante amalgama, per cui il senso di estraneità per un universo da sempre considerato con distacco dall'occhio della cinepresa, si dissolve improvvisamente sin dall'inizio, invitandoci a parteggiare per un processo di pace sul quale siamo unanimemente concordi e, soprattutto, rendendoci assai partecipi, a livello sentimentale, dei legami sempre più profondi instaurantisi tra gli esponenti di due culture differenti in quelle che sono le due relazioni principi dei rapporti umani: per l'appunto, amore ed amicizia. Non un western polveroso e rintronato di spari, bensì un'avventura che spazia oltre i confini della civiltà o della barbarie per farci abbracciare la natura stessa - nella bellezza degli spazi incontaminati - e quella degli uomini nella loro consimile e parente comunanza. Nessuna esecrabile fratellanza gratuita od oltre i limiti del ragionevole, comunque. Solo squisitezze emotive in un dosaggio tollerabile ed un onesto spirito antixenofobo. Si respira aria nuova, insomma, senza indulgere in buonismi od ammorbidendo i toni. Le ferite rimangono opportunamente aperte unicamente per pochi singoli, ma per i gruppi la cicatrizzazione è in via di compimento.

Su Debra Paget

Interpreta una virginale e cristallina Sonseeahray, stella del mattino. Mantiene fede al suo nome apache ed è protagonista di alcuni tra i momenti più commoventi del film.

Su Jeff Chandler

Intrepido nel combattimento e nobile nell'aspetto, impersona al meglio il capo tribù assennato, pieno di criterio e perspicacia, capace di garantire alla sua gente un futuro concreto e di pace. Buona presenza ma sempre carente a livello espressivo (sebbene il ruolo gli conceda questa grave pecca questa volta).

Su James Stewart

Il suo volto pulito e schietto, accostato a quello fiero e dignitoso di Chandler, contribuiscono a contornare di sincerità gli intenti e rafforzare la bontà della storia. Esemplare il suo pianto per...

Su Delmer Daves

Altro western che si aggiunge positivamente ad un elenco di tutto rispetto. Splendida la resa dei panorami e pregevoli, per intimità, alcuni momenti.

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