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Benvenuto reverendo!

Regia di Aldo Fabrizi vedi scheda film

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La recensione su Benvenuto reverendo!

di marcopolo30
4 stelle

Film dalla trama abbastanza originale e a cui non fa difetto il ritmo. Zavorra però il tutto l'eccessivo sentimentalismo e soprattutto la sfortunata scelta di Aldo Fabrizi di assegnare a se stesso il ruolo di picaro piacione per il quale non aveva le phisique du role. VOTO: 4

Dopo l'esordio dietro la macchina da presa avvenuto nel 1948 con il buon dramma (o comme-dramma) “Emigrantes”, Aldo Fabrizi sceglie per la sua opera seconda di tornare a vestire quei panni da clerico che lo avevano reso celebre qualche anno prima nel capolavoro rosselliniano “Roma, città aperta”. Questa volta la tonaca la indossa però non dopo il seminario ma piuttosto, molto più prosaicamente, dopo la galera. Rubandola. Giuseppe, questo il nome del protagonista, è infatti un ladro appena uscito di prigione e giunto in paese con in tasca una lettera di raccomandazione per il parroco. Non trovandolo, e spinto dalla fame, ruba 100 lire dalla cassetta delle elemosine, ma viene visto e per evitare il linciaggio si traveste, appunto, da prete. E in tali vesti il destino lo porterà nel castello del latifondista del luogo, dove detto signorotto lo incarica -promettendogli 3000 lire- di intercedere presso le maestranze in sciopero. Il plot in se è piuttosto originale e anche ben sviluppato, e il racconto è portato avanti con buon ritmo. Quello che però zavorra irrimediabilmente il film è, oltre all'eccessivo sentimentalismo dello script, l'infelice scelta di Aldo Fabrizi in un ruolo da picaro piacione nato, ruolo perfetto per un Sordi, un Gassman o un De Sica, ma non certo per lui. Le phisique du role in questo caso conta eccome, e all'abbondante e pacioso Fabrizi manca. Né più né meno. Co-protagonisti sono invece Gabriele Ferzetti e quella Lianella Carell divenuta famosissima dopo l'esordio l'anno precedente in “Ladri di biciclette”, fama che però andò ben presto dissolvendosi in una carriera che come attrice si rivelerà sorprendentemente corta e avara di soddisfazioni.

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