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Vampyros lesbos

Regia di Jesus Franco vedi scheda film

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La recensione su Vampyros lesbos

di undying
8 stelle

Opera psichedelica, tra sogno e realtà, tra fantasia e desiderio, tra sesso e morte. Opera al femminile, girata con raro senso poetico. Opera che nasconde, dietro ad una fittizia confezione da horror, il massimo rispetto per l'Amore. Sia esso lesbico o meno non importa. Basta che cominci con la A maiuscola.

 

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Linda (Ewa Strömberg) da tempo sogna ripetutamente un'avvenente ragazza, in un contesto di reciproca seduzione finché una sera, in un night club, la riconosce come ballerina impegnata in uno spettacolo lesbico. Linda, fidanzata con Omar, si vede costretta a lasciare Istanbul per lavoro. Essendo avvocato, un impegno la porta a raggiungete l'Isola di Kadidaros nella sperduta località di Uskalan per raggiungere la contessa ungherese Nadine Korody (Soledad Miranda), finita per essere erede di un immenso patrimonio in arrivo da un discendente del conte Dracula. Linda scopre che Nadine è la donna del sogno, finendo così per essere realmente sedotta dal fascino ammaliante della contessa, che in realtà è una vampira.

 

"Sapevi di avere bevuto il sangue? Ora sei una di noi. Da questo momento, la signora della notte ti tiene sotto le sue ali nere. Kovec nihe trekatsch." (La contessa Nadine dopo aver offerto un calice a Linda)

 

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Supportato in sceneggiatura da Jaime Chávarri, Jesus Franco realizza un gioiellino di raro erotismo, espresso in variante lesbo, con garbo e sensibilità. Forte di tre presenze incantevoli che rispondono al nome di Ewa Strömberg, Heidrun Kussin e Soledad Miranda. Quest'ultima, di una bellezza predominante e con una promettente e radiosa carriera ad attenderla, morirà poco tempo dopo le riprese, in un tragico incidente stradale, a soli 27 anni. Vampyros lesbos, senza di lei, non sarebbe stato destinato a diventare -come invece è accaduto- un film di culto, apprezzato in tutto il mondo. Senza dubbio è una delle opere di Franco più suggestive e insolitamente romantiche, nonostante l'alta dose di nudo (ricordiamo che siamo nel 1970) che ne ha imposto -per l'edizione spagnola- una versione alternativa, fortemente censurata.

 

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Dietro alla rilettura del classico di Stoker (Dracula) opportunamente aggiornata, Franco racconta i turbamenti e le ossessioni di una donna che scopre di essere fortemente attratta dalla bellezza femminile. Questa condizione di orientamento sessuale anomalo viene velatamente raccontata mediante un uso sofisticatissimo delle immagini, della colonna sonora (uscita in due LP dal titolo Psychedelic Dance Party e Sexadelic) e dai dialoghi rarefatti e allusivi. "Ho la sensazione di trovarmi in una situazione anomala e di agire contro la mia volontà", dice ad un certo punto Linda al professore esperto di vampirismo, e prosegue: "Sento uno strano richiamo che proviene dal nulla." Parole che possono essere lette come significativa espressione di un contrasto interiore vissuto dalla protagonista che, pur essendo irresistibilmente attratta da Nadine, non vuole ammetterlo a se stessa.

 

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L'unico lieve difetto del film, se così lo si vuole chiamare, è dato dall' uso insistente dello zoom, pressoché costante ad ogni cambio di scena. Ma è nulla di fronte alla grazia e al talento visionario manifestato -in questa specifica circostanza- dal prolifico cineasta spagnolo. Stavolta in grado di comporre un capolavoro femminista, drammatico ed erotico, celato malamente dietro una confezione horror.

 

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Tra gli uomini, il sesso spesso sfocia nell’intimità; tra le donne l’intimità spesso sfocia nel sesso.”  (Mary Barbara Hamilton Cartland)

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