Regia di Martha Fiennes vedi scheda film
Un agonia lenta e faticosa,come essere in un calderone con cottura a fuoco lento.Se dovessi fare un accostamento gastronomico a questo film della sorella dei Fiennes direi che questo film somiglia a un pentolino di gulasch,lo stufato di origine ungherese cotto a fuoco lento per un infinità di tempo.La durata è ragguardevole anche se non monstre(siamo intorno alle due ore e dieci minuti ma sinceramente sembrano il doppio) ma quello che provoca tanta impazienza è una regia assolutamente non all'altezza del cast profuso che sceglie la polifonia di un gruppo eterogeneo di protagonisti non riuscendo in alcun modo a legare in maniera convincente tra di loro le varie vicende esaminate.E tutto quello che passa sullo schermo viene risolto nell'ottica di un moralismo dolciastro.Il modello evidente è Altman ma qui manca del tutto la misura oltre a una sceneggiatura convincente.Il cast è sontuoso ma a mio parere assolutamente sprecato:Penelope Cruz nei panni di una prostituta dal cuore d'oro(ma quante ne abbiamo viste) che tiene soprattutto a sua figlia accudita se così possiamo dire dall'assistente sociale interpretato da Rhys Ifans(a mia memoria alla prima parte seria),Kristin Scott Thomas persa nel suo mondo di futilità scopre di avere un figlio problematico e un marito implicato in uno scandalo a cui si riunisce appena prima che il volto di lui venga consegnato allo scandalo,Ralph Fiennes nei panni di un professore aggredito e derubato da tre studentelli omofobi che si risveglia dal coma appena che la suddetta Scott Thomas lasci perdere i suoi dubbi sulla moralità del cognato,Ian Holm,vecchio patriarca che si trova coinvolto e travolto dallo scandalo da cui cerca comunque di uscirne con classe.Il titolo si riferisce a una sorta di marchingegno che cambia colore a seconda di chi gli si avvicini,il film si distingue per la sua superficialità(dei personaggi dopo due ore e passa di film ne sappiamo esattamente come prima) e che quasi infastidisce per il moralismo posticcio della storia della prostituta e per quello di facciata della storia dello scandalo sessuale.L'inno alla gioia di Beethoven chiude il tutto degnamente.L'ipocrisia è imperante.E credo che sia delittuoso sprecare un cast del genere...
regia priva di mordente .Delittuoso sprecare un cast così....ma si sa alla sorella d'arte....
bravo
caricaturale
ormai sembra abbonato alle parti di gay progressista
austero
a memoria mia è la sua prima parte seria
ho un debole per lei,qui non si esprime al meglio
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta