Regia di Anthony M. Dawson (Antonio Margheriti) vedi scheda film
Anthony M. Dawson, al secolo Antonio Margheriti, celebre nell'ambito della serie B cinematografica per i suoi film di fantascienza a basso budget anni '60 e '70, chiude nel 1997 la sua lunga e prolifica carriera da regista con questo “Potenza virtuale”. Da un soggetto di Bruno Corbucci (anche questi all'ultimo film della carriera), si tratta di un poliziesco che presenta una prima parte anonima (nel bene e nel male...) e una seconda assolutamente ridicola, con un ologramma che ora è capace di interagire con gli umani ora no, a seconda delle necessità di copione e un finale ancora più idiota. Anche i dialoghi sono ben poca cosa, e dire che il film conta, come si legge nei titoli di testa, su un “correttore dei dialoghi” (il proprio figlio di Terence Hill, guarda caso). L'esistenza di tale figura professionale è peraltro parecchio interessante perché significherebbe -se esistesse al di la di ragioni meramente nepotiste- che i produttori sanno a priori di aver assunto uno sceneggiatore semianalfabeta e gli affiancano appunto tale “correttore”! Spento, invecchiato e inguardabile Terence Hill; se la cava appena appena meglio l'ex campione di boxe Marvin “Marvelous” Hagler.
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