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Tre samurai fuorilegge

Regia di Hideo Gosha vedi scheda film

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La recensione su Tre samurai fuorilegge

di OGM
8 stelle

Il bianco e nero di questo film è come chiazzato di fango, coperto da una patina livida e melmosa, da cui affiora, a tratti, il pallore madido dei volti sofferenti, segnati dalla sforzo della lotta. L’umanità appare lacerata, ma non perché divisa in classi sociali o schierata in opposte fazioni, bensì in quanto sradicata dalle tradizioni, e quindi strappata alla propria dignità. Tutti, feudatari, cortigiane, samurai e contadini, sono come cani randagi, di cui sopravvivono solo la carne e gli appetiti, smisuratamente insani o selvaggiamente disperati. La fame, intesa in tutti i sensi, è il tema dominante del film: il cibo e il denaro sono i motori dell’intera vicenda, e tracciano percorsi che, in un modo o nell’altro, passano sempre attraverso il sangue. 

Come in Cacciatore nella notte, l’obiettivo di Hideo Gosha si posa, spietato, nel mezzo di un mondo allo sbando, in cui esistono ancora i personaggi, ma sono andati persi i ruoli. La fine dell’antico Giappone è un’agonia rabbiosa, in cui lo spirito guerresco serve solo alla sopravvivenza, e la lealtà di un tempo si è trasformata in una provvisoria complicità di convenienza.   Il vero eroismo in questa realtà spaccata in due, tra succubi e prevaricatori, è il coraggio di rimanere uomini.

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