Regia di Takashi Miike vedi scheda film
una visione di takashi miike non è una mai una visione che ti lascia indifferente. può urtare, dar fastidio, schifare, piacere e offendere, ma non ti lascia senza qualcosa. tre amici vessati da sempre perchè cinesi trapiantati in giappone lasciano la campagna per la grande città, ma anche qui le cose non miglioreranno. le uniche cose che non sanno di insano squallore sono i sentimenti che legano i due amici che decidono di partire e il fratello di uno dei due che li raggiunge in extremis. la storia parallela di una prostituta vessata da un pappone che la malmena ogni qual volta ha finito con un cliente(uno più depravato dell'altro), li unirà grazie ad un furto di questa ai loro danni. i piccoli bulli di paese si trovano a fronteggiare una criminalità organizzata che li spazza come una mareggiata, lasciando detriti di ogni genere finita la tempesta. la città che rappresenta un flusso per centinaia di uomini e donne che cercano un riscatto da una vita dura o monotona, li accoglie tra le sue braccia di neon, tecnologia, droghe sintetiche e un'infilata di palazzi e costruzioni prefabbricate brutte e instabili. ley lines è solo brutale, violento e ogni qual volta pare ci sia una nota di lieve bellezza e felicità, arriva subito qualcosa a troncarla brutalmente. di certo non uno di quei film che uno vorrebbe vedere prima di coricarsi.
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