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Effi Briest

Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film

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La recensione su Effi Briest

di steno79
8 stelle

Tratto dal romanzo di Theodor Fontane, è uno dei più insoliti e maturi film di Fassbinder. Effi Briest è una ragazza di 17 anni di famiglia borghese che accetta di sposare per interesse il barone Instetten, molto più anziano di lei. Pur avendo diversi interessi e un diverso temperamento, Effi lo rispetta, va a vivere con lui nella cittadina di Kessel e gli dà una figlia di nome Annie. Instetten tenta la scalata a un importante posizione politica e trascura la moglie, che inizia a frequentare l'affascinante Maggiore Crampas. Alcuni anni dopo, quando la coppia si trasferisce a Berlino poichè Instetten ha avuto un posto al ministero, il barone scopre alcune lettere d'amore inviate dal Maggiore a sua moglie e lo sfida a duello. Per la povera Effi inizierà un triste periodo di emarginazione e di deperimento fisico e psicologico...

Il film è insolito nell'opera di Fassbinder perchè è un adattamento letterario che ripropone, attraverso la voce fuori campo, lunghi brani del romanzo, ed è un'opera fortemente stilizzata, girata con un controllo estremo di tutti gli aspetti tecnici, soprattutto nella bellissima fotografia in bianco e nero. Un film difficile, non adatto a un pubblico non preparato, che bisognerebbe vedere dopo aver letto il romanzo per un confronto, in questo caso essenziale, con la pagina scritta (Il regista sosteneva che questo film avrebbe funzionato soltanto nella lingua tedesca, e infatti non mi risulta che ne sia mai stato fatto un doppiaggio). Scandito in brevi sequenze intervallate da dissolvenze sul bianco, un film che non ricerca un coinvolgimento emotivo dello spettatore e che può apparire cerebrale e ostico di primo acchito; in realtà, si tratta di un'opera che si rivolge all'intelletto e che cerca di stimolare la riflessione dello spettatore su temi come l'oppressività sociale e il rispetto cieco delle convenzioni (temi che risultavano cari a un outsider come Fassbinder). Se si accetta il film per quello che è, percorrendo i binari predisposti appositamente dal regista, l'opera risulta di impeccabile coerenza e anche di grande creatività nella trascrizione audiovisiva (purtroppo, però, io non ho letto il romanzo e non posso fare il confronto). La recitazione è volutamente tenuta su toni freddi e distanziati (molto più che nel Matrimonio di Maria Braun), ma la performance di Hanna Schigulla è ugualmente ammirevole, con l'efficace supporto di Ulli Lommel, di Wolfgang Schenck e della madre del regista Lilo Pempeit. Musiche di Camille Saint-Saens. Io sono riuscito a vederlo soltanto in DIVX scaricato dalla rete.

VOTO 8/10  

 

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