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Le cousin

Regia di Alain Corneau vedi scheda film

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La recensione su Le cousin

di Mr.Klein
8 stelle

"Lo sanno fare solo loro" avremmo detto un po' di tempo dal cinema americano:adesso dovremmo lasciare questo primato a quello francese.
Anche se non è recente(già un decennio è trascorso),"Le cousin" ridefinisce con uno stile più brutale la tradizione del polar e la perlustrazione di una metropoli che pare sapere quando svestirsi del suo aspetto ammiccante per offrirsi sempre gigantesca ma avvilita dalle luci del neon.
Stringato e non soporifero,violento quasi suo malgrado,si concede anche un umorismo fatto delle stesse delusioni di cui si compongono le vite dei suoi protagonisti.
Molto europeo e molto francese nel mettere in scena i conflitti degli antieroi,trova il suo punto di forza nella scelta di volti non seducenti,tutte facce verosimili e stremate,pronte a reggere le luci crude di una vita solo occasionalmente diurna,nascosta anche e soprattutto nel sudiciume delle pareti.
Racconto senza acuti ma con un controllo sagace e poco compiaciuto dei tempi,con una cura particolare anche per tutti i personaggi,alcuni dei quali ridicolmente inquietanti e tutti resi in maniera perfettamente nevrotica,dimostra come il Male più che della banalità abbia bisogno anche della monotonia della sua pratica quotidiana

Su Caroline Proust

La più tenera partecipante all'impacciato balletto di sangue ed inseguimenti:con il suo sospiro all'interno dell'auto riassume l'incertezza dell'anima ancora nitida e impaurita.

Su Samuel Le Bihan

Cavaliere dai colori slavi,nervoso e reticente,è la parte "normale" del gruppo di poliziotti,quello che aspetta che la direzione del vento gli dica dove andare.

Su Marie Trintignant

Brevissima partecipazione a cui presta l'eleganza altera e lo sguardo liquido

Su Agnès Jaoui

Più credibile nei sui scatti femminilmente sbrigativi che non nelle attese del domicilio domestico,ha una maturità che suggerisce più l'autrice che non l'attrice,e chiude il film con un timido,ricambiato abbraccio

Su Patrick Timsit

Fantoccio sgraziato e logorroico,quasi impossibile da immaginare come dipendente della mala.

Su Alain Chabat

Credibile come "impiegato" di quella giustizia di navigata convivenza con l'avversario,scompare nel suo personaggio senza sforzo come può fare l'uomo comune che non vuole essere altro

Su Alain Corneau

Senza esibizionismi,la sua è una notevole prova di direzione d'attori e di registrazione dei fatti e delle motivazioni che hanno una precisa efficacia sociale.

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