Regia di Guy Ferland vedi scheda film
Si parla di nullità del cast. Forse, se escludiamo Diego Luna. Il giovane attore messicano, balzato agli onori con il "fratello di gloria" Gael Garcia Bernal in "Y Tu Mamà Tambien" (bellissimo), ha il carisma giusto non per innamorare le adolescenti delle platee estive quanto di trasferire sullo schermo l'intimità dei suoi personaggi. In ogni suo film infatti, solo il suo sguardo tra lo sgoduto e il curioso, basta a dire tutto ciò che la sceneggiatura salta, o peggio ancora crede di dire e non dice.
In "Dirty Dancing 2" siamo davanti ad un altro film, che non ha nulla a che vedere con il precedente di cui si dice sequel se non per la presenzadi Patrick Swayze. Ma quando dico che non ha nulla a che vedere con il primo "Dirty Dancing" non intendo la consequenzialità della storia, che non è necessaria per un sequel, quanto piuttosto il fascino di una storia generazione che è poi diventa epocale e ha fatto cultura popolare. Però, mentre nel primo la critica alla società bigotta era feroce tanto quanto un bastardino, in "Dirty Dancing 2" è molto più dichiarata, seppur affettata troppo manicheamente. E poi, il finale appiccicato così tra una spiaggia e una posada bailerina, è un po' poco. Comunque si fa vedere e seguire con piacere.
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