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Evilenko

Regia di David Grieco vedi scheda film

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La recensione su Evilenko

di maghella
8 stelle

«Evilenko»-2004- è tratto dal romanzo «Il comunista che mangiava i bambini» del 1994, romanzo ispirato alla vera storia del mostro di Rostov Andrej Romanovic Chikatilo, che negli anni '80 ha ucciso e mangiato più di 50 bambine/i e adolescenti.

Il film e il romanzo (che sono entrambi di David Grieco) sono più che una biografia del mostro, una chiara metafora sul declino e distruzione del regime comunista e sulla crisi che questo ha provocato sulle migliaia di persone che in esso hanno creduto ciecamente per tutta la vita.

Evilenko è un insegnante di scuola elementare, viene espulso perché molesta una bambina che ha il coraggio di denunciarlo. Evilenko vede in questo gesto il massimo tradimento da parte di una nuova classe sociale che sta nascendo nella Russia della Perestrojka di Gorbaciov.

Il Partito però non lo lascia solo, e presto gli trova un nuovo impiego nelle ferrovie dove ha il compito di compilare lunghi e misteriosi rapporti sulle condizioni dei treni e delle stazioni. In verità Evilenko è una spia protetta da KGB, con la scusa del nuovo lavoro ha la possibilità di viaggiare e spostarsi con agibilità. Gli omicidi e gli stupri di bambini e giovani ragazzi aumenta, il «mostro della striscia di bosco» si sente sicuro e oramai uccide con ferocia mangiando pezzi delle vittime.

Il magistrato Lesiev, anche lui iscritto al partito, segue le indagini cercando di avvalersi di un supporto psicologico che lo possa aiutare a capire il profilo del mostro che si trova davanti.

Infatti fino a quel momento in Unione Sovietica non erano esistiti i pazzi, i serial killer erano cosa che riguardava l'occidente, un male del capitalismo, «nei manicomi venivano messi i dissidenti, i veri normali, tutti gli altri matti sono ancora fuori... il mostro di Rostov è solo il primo» dirà uno psicanalista a Lesiev.

E' questo il senso del romanzo prima e del film dopo, illustrare una crisi profonda che molte persone hanno attraversato dopo la caduta del regime comunista. Una ottima metafora quella del cannibale comunista che mangia i giovani corpi di una società che sta nascendo, vittime ingenue, che si fidano, che rimangono ipnotizzati da un vecchio malandato che li divora senza pietà, sapendo che sarà protetto dal «leone» (Stalin?) che ha dentro di sé.

«Evilenko» è un film con tutti i limiti di una prima opera, fortemente voluto dallo stesso Malcom McDowell amico di Grieco, ha avuto forti critiche ed è stato mal distribuito. Molti hanno trovato l'interpretazione di McDowell sopra le righe, io credo che sia stata invece appropriata al tipo di film che voleva essere: non una biografia ma una metafora, un vero messaggio di critica. McDowell ha interpretato uno stato d'animo, non doveva essere «realistico o naturale», ma doveva esasperare una figura mostruosa esistente, simbolo di una crisi di identità di una intera popolazione.

Per questo la sua postura, i suoi movimenti, il suo essere intero doveva ricordare un avvoltoio, una bestia feroce che si ciba di ciò che resta delle carcasse.
La cosa che mi ha sempre incuriosito di questo film è che è il primo e unico film di David Grieco (giornalista de «L'Unità»), tratto dal suo unico romanzo «Il comunista che mangiava i bambini», come se anche lui fosse stato divorato da questa figura mostruosa, che vide per caso alla tv durante una udienza in tribunale. Grieco ci lascia con un dubbio sia nel romanzo che nel film: Chikatilo è stato davvero ucciso e giustiziato? o è stato venduto a qualche società di ricerca americana e tedesca che aveva offerto molti soldi per averlo vivo?

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