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Venerdì 13: capitolo finale

Regia di Joseph Zito vedi scheda film

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La recensione su Venerdì 13: capitolo finale

di Mr Rossi
4 stelle

Doveva essere l' ultimo film di una ripetitiva ma fortunata serie di sanguinari horror-thriller americani poco originali che rappresentano delle stragi di ragazze e ragazzi in camporella massacrati con armi da taglio da un fortissimo zombi mascherato. Ma purtroppo non fu il capitolo finale.

 

Crystal Lake (USA) 1984. Sulla scena del terzo massacro di giovani e meno giovani commesso in un casolare di campagna dal serial-killer mascherato Jason Voorhes, un poliziotto esclama: “Stavolta ci sono sette ragazzi e tre motociclisti uccisi ma ci è rimasto anche lui”… C’ era rimasto per il momento, dato che dopo essere stato trasportato all’ obitorio il mostro si risveglia subito, sgozza un medico e squarta una infermiera. Tornato a casa Jason scopre altri nuovi campeggiatori (ma è possibile che in quei film nessuno sa mai cosa è successo di recente in quel dannato posto?) e si scatena di nuovo. Tra i suoi omicidi più efferati si notano: Una autostoppista cicciona e muta infilzata in gola mentre mangia una banana, una ragazza nuda in un gommone accoltellata dal basso, un ragazzo infilzato per le palle con un fucile da pesca, una ragazza scaraventata giù dalla finestra contro il tetto di un auto, un bulletto falso playboy accoltellato alle spalle, il suo amico imbranato ma più "fortunato" inchiodato con un cavatappi nella mano e ucciso da un colpo di mannaia in fronte, il bello del gruppo spiaccicato contro il muro della doccia dal mostro con una mano sola… Il fortissimo e invulnerabile serial-killer ammazza teenhagers dal volto orrendo, simile a un calvo zombi lebbroso con le zanne da cinghiale, quasi sempre coperto da una maschera da portiere di hockey su ghiaccio, alla fine si beccherà un machete in un occhio da un ragazzino nel tentativo di salvare la sorella più grande. Per sicurezza lo stesso minorenne ormai impazzito massacra il cadavere dell’ assassino… Ma questa volta Jason sarà morto? Pare di sì e per sempre. Totale dei morti ammazzati dall' infaticabile mostro resuscitato: Tredici (Tombola!)

 

Gli effetti speciali e il trucco del mostro, ancora artigianali ma fatti abbastanza bene, sono stati realizzati da un esperto italoamericano reduce della guerra del Vietnam che sicuramente era ancora traumatizzato dalla sua tragica esperienza di fotoreporter ma in alcune scene si vede bene che questi effetti speciali con arti di gomma e vernice rossa sono finti. Inutile soffermarsi sui volti del cast, ignoti giovani attori e attrici da soap opera e altri telefilm, a parte due (Crispin Glover e Corey Feldman) che si vedranno ancora in qualche film di maggior successo di tutt' altro genere anche se non ebbero una gran fama, tutta gente senza infamia ne lode del cinema americano di serie C. Dispiace solo di vedere delle belle e giovani attrici sprecate in un film come questo. I personaggi sono tutti talmente poco simpatici e definiti da sembrare più o meno uguali tra loro e di conseguenza facilmente dimenticabili, un aspetto riscontrabile in tanti altri horror-thriller del genere.

 

Con una trama così banale, piatta e scontata, praticamente un pretesto per mostrare una serie di scene di omicidi violenti, ogni mio commento su questo ormai datato film horror americano dei vuoti anni ottanta sarebbe superfluo e mi domando soltanto se chi ha ideato e chi apprezza dei film del genere non si sia dedicato a dei passatempi più edificanti e stimolanti per la loro mente come la canapa indiana e la masturbazione. Oltretutto doveva essere l' ultimo di una serie di ben tre film iniziati nel 1980 come imitazione di "Halloween la notte delle streghe" di John Carpenter in versione campestre ma con più sangue e vittime. Però il terzo film, addirittura girato in tridimensionale per accentuare certi particolari orrendi, non fu un gran successo al botteghino americano e convinse i produttori a imporre l' ultimo capitolo, affidato a un mediocre regista e produttore con qualche esperienza di film horror, che poi girerà dei brutti cold war movies di propaganda antisovietica con protagonisti Dolph Lungdren e Chuck Norris (protagonista di "Invasion USA", un film d' azione involontariamente grottesco dalla trama risibile) . Fino ad oggi la serie horror-thriller di "Venerdì 13" è arrivata a quota undici, compreso un remake recente. Questo quarto episodio e falso "capitolo finale" non è il peggiore della serie anche se si tratta di un film girato a basso costo, con il budget in gran parte investito negli effetti speciali ma era solo quello l' aspetto che interessava di più al pubblico. Consigliato solo a chi odia Il Grande Fratello e altri reality show giovanili, dato che l' atmosfera e certi dialoghi poco interessanti sono simili. 

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