Espandi menu
cerca
Le paltoquet

Regia di Michel Deville vedi scheda film

Recensioni

L'autore

hupp2000

hupp2000

Iscritto dal 15 settembre 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 60
  • Post 6
  • Recensioni 654
  • Playlist 27
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Le paltoquet

di hupp2000
10 stelle

Voto 10. Ecco un gioiellino di cinema-teatro quasi surrealistico che merita una segnalazione. In francese, un “paltoquet”, termine piuttosto desueto, è un uomo volgare, rozzo. Il film si svolge quasi interamente in uno strano e desolato bistrot, gestito da Jeanne Moreau insieme a Michel Piccoli, suo compagno e servo maltrattato, il “paltoquet” in questione. Il locale è frequentato da cinque personaggi: un insegnante di liceo (Claude Piéplu), un medico (Richard Bohringer), un giornalista (Daniel Auteuil), un commerciante (Philippe Léotard) ed una donna a dir poco avvenente (Fanny Ardant). In questo microcosmo, si presenta un commissario di polizia (Jean Yanne), che indaga su un recente omicidio. E’ convinto che l’assassino sia uno dei frequentatori del bistrot. La vicenda è solo un pretesto per un’opera di caratterizzazione e osservazione dei vari soggetti. I testi sono purtroppo intraducibili, ma costituiscono l’essenza del film: giochi di parole e battute, insulti comici e commenti surreali. Non dovrebbe dispiacere a chi ha apprezzato “8 femmes” ("8 donne e un mistero"), di François Ozon. Anche in questo caso, tutto accade in un sol luogo, i personaggi sono otto e c'è di mezzo un (presunto) morto. Gli attori, tutti, si cimentano in una gara di bravura: Fanny Ardant è splendida e sensuale come raramente lo è stata. Vestita di bianco, trascorre buona parte del film su un'immensa amaca altrettanto bianca, al centro del bistrot. Ad un certo punto, esegue addirittura un casto quanto improbabile spogliarello, sulle note di Dvorak (o Janacek?). Un’interpretazione imperdibile! Daniel Auteuil è ancora giovane, sornione come sa esserlo, si diverte e fa divertire. Richard Bohringer è "il medico", bravo come tutti gli altri, dal compianto Philippe Léotard, a quel mostro di Michel Piccoli, passando per Claude Piéplu e lo strepitoso commissario, incarnato da Jean Yanne, anch'egli deceduto non più di due anni fa. Jeanne Moreau, non più giovane, ma qui volutamente invecchiata, è il classico leone che ruggisce ancora. Il ruolo di tenutaria irascibile e volgarotta le va a pennello. Infine, l’intera pièce è punteggiata da musiche di Dvorak e Janacek, brevi citazioni emesse da un vecchio giradischi azionato da Michel Piccoli per sottolineare e commentare i vari momenti. La scelta dei brani è impeccabile.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati