Regia di John Carpenter vedi scheda film
Tratto da un racconto di Ray Nelson (Eight o'clock in the morning), Carpenter ne ricava un film inquietante, realizzando una storia di denuncia raccontata attraverso un horror fantascientifico. “Essi Vivono” ha un inizio coinvolgente, procede poi inesorabile e duro per poi dar vita ad una parte del film nel segno del grottesco e dell’ironia cruda e sconfortante. John Nada , il protagonista della storia, si trova in una società governata da “alieni” con apparenti sembianze umane, scoprirà questa agghiacciante realtà solo dopo aver indossato degli occhiali speciali. Gli alieni hanno preso il posto di alcune persone, per dire meglio, si sono impossessati della loro posizione sociale. Ognuno di essi ha occupato dei ruoli di controllo, in molti casi di semplice benessere economico, in altri quelli della classe dirigente, oppure di gestori dell'informazione. Carpenter non ci fa vedere una guerra convenzionale con gigantesche astronavi che emettono raggi laser, ci mostra il concetto di occupazione o controllo del territorio tramite una strategia, cioè quella di mettere nei punti chiave un soggetto che ha il potere e la capacità di condizionare gli altri avvalendosi del proprio stato sociale e del mimetismo. Il mimetismo come condizione fondamentale per continuare ad agire indisturbati. Non è un caso se la base o il comando di questi esseri provenienti da altri mondi si trova in una stazione radiotelevisiva, tramite questa vengono emessi programmi che condizionano o inebetiscono il comportamento degli ascoltatori, così come i cartelli pubblicitari per le strade, le cui vere scritte o messaggi subliminali sono visibili solo munendosi gli appositi occhiali rivelatori. In pratica il controllo sugli altri viene fatto in modo sistematico, invisibile o inavvertibile, quindi è impossibile alcuna reazione perchè non ne esiste la percezione.
E' ovvio che il titolo “Essi Vivono” è un chiaro riferimento alla nostra realtà, quindi un esortazione a mettersi degli occhiali per vedere meglio chi e cosa ci circonda, occhiali che non sono altro che il nostro cervello che decide di svegliarsi e finalmente si rimette in moto.
Magari dopo essersi destati dal lungo sonno, sarebbe opportuno un autocontrollo davanti ad uno specchio, non si sa mai...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta