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Io no

Regia di Ricky Tognazzi, Simona Izzo vedi scheda film

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La recensione su Io no

di FilmTv Rivista
4 stelle

«Un fratello è un estraneo che nasce prima o dopo di te». Parte con questo cinico slogan la prima opera firmata a quattro mani di Ricky Tognazzi e Simona Izzo, film familista quindi fin nella cabina di regia, che incrocia la vita vera (gli attori protagonisti sono fratelli e fratellastri, figli e figliastri) con una finzione che involontariamente cita il recente Son frère di Chéreau, shakerato all’ormai lontano Voglia di tenerezza di James L. Brooks. Il (troppo)lungometraggio tenta sì strade poco frequentate dal nostro cinema - dramma che vira in commedia che vira in melò - ma l’immaginario che ne scaturisce è un’accumulazione di scene rubate, di atmosfere soffiate ad altre atmosfere, di frasi fatte scandite dallo stereotipo. È infatti la sceneggiatura la nota dolente di Io no: un copione che non rende merito ad almeno un paio di interpreti (Gian Marco Tognazzi al meglio della sua carriera e il volto quasi nuovo - in realtà è una valentissima doppiatrice - di Myriam Catania) e a una regia spavalda, che si prende i suoi rischi e si arrampica con sicuro mestiere sia nel deserto sudafricano (una parte della pellicola è ambientata a Cape Town), sia nelle uggiose strade di un’anomalissima Milano. Due fratelli, quindi, e le loro donne, i loro affanni e i loro conflitti, in una cornice che vorrebbe essere moderna ed elegante ma che, alla fine, rivela non poche crepe.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 45 del 2003

Autore: Aldo Fittante

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