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Don't Look Back

Regia di D.A. Pennebaker vedi scheda film

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La recensione su Don't Look Back

di mm40
6 stelle

Documentario che segue da distanza ravvicinata il tour inglese di Bob Dylan fra la fine di aprile e l'inizio di maggio del 1965.

 

Cento minuti (scarsi) in compagnia della star del momento: Bob Dylan. D. A. Pennebaker, documentarista americano già piuttosto noto, sceglie un argomento di grande popolarità, ma ciononostante piuttosto difficile ad affrontarsi, per questo suo lavoro; Don't look back - il cui titolo originale era Dont look back, volutamente sgrammaticato - segue infatti da vicinissimo il tour in terra britannica dello scontroso e iconico cantautore statunitense, raccogliendo il più disparato materiale - interviste, esibizioni, chiacchiere con i fans, attimi di relax nei camerini, spostamenti in auto - nel corso di due intense settimane a fianco di Dylan, l'ultima di aprile e la prima di maggio del 1965. A conti fatti il film è decisamente poca cosa: un riassunto approssimativo della tournèe che porta a un ritratto visibilmente manipolato del personaggio, con Dylan che fa di tutto pur di contrariare i suoi interlocutori e non dare alcuna soddisfazione alla macchina da presa; ma chiaramente il plusvalore dell'opera risiede nella sua estrema rarità, essendo questa l'unica testimonianza autorizzata a raccontare il menestrello di Duluth nel suo periodo di massimo splendore, con la sua (per quanto restia a collaborare) presenza e un buon minutaggio in totale. Nel film compaiono anche Donovan (trattato con una certa diffidenza, almeno inizialmente, da Dylan) e Joan Baez, che all'epoca viveva la fase finale del rapporto amoroso con il cantautore di Blowin' in the wind, nonchè Allen Ginsberg nei primissimi minuti, quelli durante i quali Dylan mostra una lunga serie di cartelli scritti a mano che illustrano il testo di Subterranean homesick blues, mentre la canzone scorre in sottofondo: proprio questa sequenza verrà conosciuta come il videoclip (leggendario nel suo genere) del brano. Il lavoro è stato reso possibile dalla partecipazione di Albert Grossman, manager del cantautore, in veste di produttore. 6/10.

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