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...e lo chiamarono Spirito Santo

Regia di Roberto Mauri vedi scheda film

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La recensione su ...e lo chiamarono Spirito Santo

di giurista81
4 stelle

Primo capitolo della trilogia dedicata  a Spirito Santo interpretata dal greco Vassili Karis, scritta e diretta dall'ex caratterista Roberto Mauri. Questo primo episodio è uno spaghetti western non ancora contaminato dalla farsa comica che iniziava a travolgere il genere e non ha nulla a che fare con lo Spirito Santo di Carnimeo, anche se il protagonista si chiama allo stesso modo (per via di una colomba che si è posata sul davanzale dove la madre lo ha partorito) e anche se Mimmo Palmara, lo sceriffo indiano (!?) che gli da la caccia, ammonisce un complice di Spirito dicendo la canonica frase: "Uomo avvisato mezzo salvato" (lo Spirito Santo di Carnimeo è, guarda caso, protagonista di un film che si intitola Uomo Avvisato Mezzo Ammazzato).

Realizzato con un modesto budget (e si vede causa una fotografia di Mancini piuttosto bruttina), è tutto sommato un film ordinato, senza grande strafalcioni (a parte l'indiano in veste di sceriffo) ma anche senza colpi di coda. Non ci sono sequenze degne di esser menzionate, così come la sceneggiatura non ha nulla di originale. Assistiamo all'accompagnamento coattivo di Spirito Santo presso un tribunale, dove deve testimoniare, durante il quale riesce a fuggire per l'intervento di alcuni suoi vecchi amici. Seguirà l'organizzazione di un colpo, organizzato sempre da Spirito, con successiva lotta interna alla banda per contenderselo. Mimmo Palmara ruoterà attorno alle faide intenzionato a ricatturare Spirito Santo perché è convinto, erroneamente, che gli abbia assassinato la sorella.

Buone le interpretazioni, oltre ai due citati, si segnala un Hunt Powers irriconoscibile (a causa di due foltissimi basettoni congunti a dei baffi che gli coprono quasi l'intero volto), la bella tedesca Margaret Rose, purtroppo castigatissima a parte una nuotata in un lago stile Trinità (si darà poi a commedie boccacesche, occasione persa per Mauri) e un delirante José Torres, il migliore della compagnia, che ride e spara da vero psicopatico.

Mauri gira in modo ordinato, seppur con un che di vecchio nello stile. Ama mostrare i cavalli abbattuti, li vediamo restare a terra dopo le sparatorie e regala anche una sequenza in cui si diverte a inserire battute relative al loro prezzo e a quanto costi mantenerli. Chissà se c'è dietro qualche curioso aneddoto. Per il resto non ha gran senso del ritmo, piazza sequenze stile americano con Karis e la Rose che si promettono amore a vicenda. La caratterizzazione dei personaggi non è ben curata. A parte Palmara, sono tutti dei delinquenti seppur caratterizzati da un senso etico diverso. Spirito Santo è un rapinatore, ma rispetta i patti e non tradisce la parola data. Powers è più subdolo, dice di non voler problemi con la legge, si veste e si atteggia da nobile, ma poi non perde occasione per finanziare i colpi di Karis opponendosi al matrimonio tra questi e la figlia perché lui è una persona di classe. Insomma... non è proprio il massimo.

Musiche senza infamia e senza lode firmate da Carlo Savina. Trascurabile, ma si può vedere nonostante un ritmo tutt'altro che travolgente. E' uno degli ultimi esempi di spaghetti western serio. 

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