Regia di Bryan Singer vedi scheda film
Diciamolo subito: questo X-men 2 quasi sicuramente non avrà un posto d'onore nella storia del cinema; probabilmente non lo avrà nemmeno nella top ten dei fanatici dei film tutti effetti speciali. Eppure, nonostante tutti i pregiudizi che mi hanno accompagnato prima della visione, devo amettere che, alla fine, questo X2 non è stato così male.
Un po' perchè il predecessore, mediocre, lo era stato davvero tanto, un po' perchè finalmente si sforza di raccontare una storia, un po' perchè sembra che una volta tanto gli effetti speciali siano lì ad integrarsi e a fondersi con tutto il resto, insomma un po' per tutto questo, non ci si può rimanere davvero delusi una volta usciti dal cinema.
Dirò di più: sembra, a vedere il film, che dietro al progetto X-men si nasconda qualcosa di più, considerando che molti personaggi, ridotti a semplici ombre nel primo film, adesso (e soprattutto con gli stessi attori) hanno un ruolo più centrale e più determinante. Viene quasi da rivalutare il numero 1, creato, forse, solo per "presentare" questo universo di umani e mutanti; così, aspettiamoci un probabilissimo terzo capitolo, visti anche gli incassi addirittura superiori al primo.
Va detto, però, che X2 non è per niente esente da difetti: la sceneggiatura in alcuni punti zoppica (se non incespica!), si vede troppo il target adolescenziale verso cui il film deve essere destinato (scene violenti assenti o censurate dal sangue) e sembra che il tema centrale del film (razzismo e diffidenza verso il diverso) venga sempre trattato con i guanti, senza affondare troppo la lama...
Ma il vero grande sconfitto di questo film è un altro: Bryan Singer, ormai solo un onesto professionista che, per quanto capace, non dà, o non vuole dare, nessun tocco magico alla pellicola; eh sì, perchè di momenti davvero memorabili il film ne avrebbe anche da offrire, ma se, alla fine, tutti ci dimenticheremo di questo X-men 2 sarà anche e soprattutto colpa di mister Singer, incapace di donare talento in un'opera alla quale si sente vincolato e in cui (forse) crede troppo poco.
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