Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
L'auspicata svolta di Salvatores, evidentemente stufatosi (e il pubblico prima di lui!) dei soliti quarantenni caciaroni, mantiene comunque la direzione nostalgica e ci porta dritto in bocca agli anni settanta, quando le anonime sequestri venivan su come funghi e quando Fede era ancora un giornalista. Dirigere bambini sul set è disciplina che i più rifuggono che nemmeno la lebbra: tondo plauso quindi già solo per il coraggio dimostrato nel piazzarsi dietro all'obiettivo con davanti cinque o sei decenni tutti al battesimo della cinepresa. La sceneggiatura è abbastanza scontata e non offre particolari sobbalzi, e forse è per questo che Salvatores tenta di ravvivare il tutto con movimenti registici che nelle intenzioni dovrebbero arricchire il film, ma che invece risultano totalmente fuori luogo e di rara ingenuità. D'altro canto, nell'epoca in cui maramaldeggia la mediocrità dei Muccino e degli Ozpetek e si urla al miracolo per le loro sciocchezzuole, un film di Salvatores ce lo teniamo stretto stretto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta