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Nemmeno in un sogno

Regia di Gianluca Greco vedi scheda film

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La recensione su Nemmeno in un sogno

di speedy34
6 stelle

L'idea iniziale di "Nemmeno in un sogno", diretto dall'esordiente Gianluca Greco, è tratta da un fatto di cronaca accaduto all'incirca tre anni fa e che il regista lesse su "Il Gazzettino": un gruppo di extracomunitari sbarca sulla spiaggia di un villaggio vacaze pugliese. Lo svolgimento invece si risolve in una farsa gioiosa e surreale che mettendo alla berlina personaggi e caratteri topici della cultura pugliese e non (dagli scafisti albanesi ai mafiosi da fumetto della Corona Unita)cerca di far riflettere su un tema attualissimo come il fenomeno dell'iimigrazione clandestina usando i toni desueti della favola e della commedia demenziale. Che il tentativo sia riuscito o meno non è forse l'aspetto più importante da sottolineare di questa pellicola rilevando invece come il regista Gianluca Greco al suo debutto si sia inoltrato coraggiosamente in un campo minato e comunque poco frequentato dalla recente produzione cinematografica italiana.
Nel raccontare la storia del pastore armengistano Ahmed (il volto, inedito in Italia ma famosissimo un Turchia, di Ahmet Ugurlu che attraversa il film con lo stesso candore e leggerezza di un "Monsieur Hulot" di "tatiana" memoria)che, sbarcato sulla spiaggia del villaggio vacanze Magic Club in Puglia, si ritrova catapultato in una "realtà" che non ha nulla da invidiare ai rutilanti, colorati e stupidi show televisivi che guardava estasiato alla tv satellitare del suo paese, Gianluca Greco fa correre e scorrere la sua macchina da presa (trovando un fedele alleato nel montatore Claudio Di Mauro) su un campionario di varia e "avariata" umanità impermeabile a qualsiasi tentativo di redenzione.
E dirige e sfrutta al meglio un cast d'attori tutti felicemente in parte (vedasi una Martina Stella ironica e commediante di razza o Roberto De Francesco, conosciuto per ruoli drammatici,bravissimo nel ruolo dell'apprendista delinquente) a volte scivolando però in un facile "macchiettismo" o in soluzioni esagitate e poco credibili pur nella loro demenzialità che poco giovano ad un film che ha il grande merito di non prendersi troppo sul serio lasciandoci però addosso l'ingombrante pesantezza e responsabilità di una immane tragedia come quella dell'immigrazione clandestina e di cui i recenti e luttuosi fatti di cronaca ne sono una testimonianza vivissima.

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