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Lontano dal Paradiso

Regia di Todd Haynes vedi scheda film

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La recensione su Lontano dal Paradiso

di zombi
8 stelle

credo che dopo questo revival dovrò almeno provare a guardare qualche film di douglas sirk. la vita di chiunque credo sia lontana dall'idea che abbiamo del paradiso che non deve per forza essere quella dopo la vita.
il paradiso made in walt disney del way of living che l'AMERICA voleva dare del proprio paese in quegli anni(anche prima e anche dopo) era un incubo nel quale si rimaneva intrappolati senza via d'uscita soprattutto se quello che volevi usciva dalle ristrettissime leggi auto-impostesi dalla società centrale e dalle tantissime società dei vari hartford.
non bisognava fare chissà cosa per essere guardati storti... bastava bere un bichiere in più e dire una battuta "fuori posto". se poi si osava rivolgere la parola ad un negro per più di una volta si veniva già marchiati a ferro caldo ed evitati come la sifilide.
le amiche, i colleghi facevano tutto per te, erano sempre pronti, ma non quando ti macchiavi di un peccato impensabile come essere l'amante di un negro.
le amiche, le care amiche, erano gli untori peggiori. delatori di spie contro la patria. un piccolo mondo maccartista che in quegli anni impazzava senza risparmiare colpi.
e quindi la cosa più importante da curare oltre le relazione con le persone che importano della comunità, l'aspetto, l'andare in chiesa era il sorriso.
sorridere comunque e sempre era sintomo che le cose andavano bene.
si poteva avere figli che prendevano a sassate altri bambini, ma negri, e quindi ersano solo ragazzate, si poteva avere il marito che tradisce con la segretaria, oppure si può avere il marito che tradisce con altri uomini ma la cosa importante era coprire tutto con un raggiante e rassicurante sorriso.

Su Dennis Quaid

sfiorito in viso, ma ancora tonico nel corpo, è stato bravo a dipingere l'uomo degli anni '50 che si è costruito una bella e accettabile vita fatta di una bella casa, un buon lavoro, una bella e fedele mogliettine e due figlioletti che crescono secondo i rigidi e sacri valori della famiglia e di dio. glieli devono aver fatti ingoiare a forza con un imbuto questi valori e infatti, l'omosessualità che ha ricacciato indietro, dopo la scusata esperienza giovanile al college, riemerge spavalda e senza la minima intenzione di ritornare a nascondersi nello sgabuzzino. un uomo del suo tempo, frustrato, definitivamente scontento, sempre triste, ma con un sorriso e un saluto per tutti. un uomo che crede alle fandogne che sente dire e accetta di fare curare il suo essere con terapie psicologiche se non addirittura con l'elettroshock. ma l'amore anche all'inferno si apre la strada a forza e sbaraglia i muri di cartapesta di quel paradiso ipercolorato, abbattendolo inesorabilmente, verso una vita finalmente normale e pacifica al fianco di una persona che finalmente ama davvero.

Su Julianne Moore

l'eroina di questa tragedia con i fondali dipinti(non lo sono ma lo sembrano)come nei titoli di coda, è una donna condannata sin dall'inizio della sua vita senza saperlo purtroppo.ha tutto quello che le altre donne della piccola comunità in cui vive le invidiano. tutto quello che ha e che si è costruita nel giro di anni, cade come un disegno fatto col domino. nel giro di pochi giorni si ritrova senza niente. il meraviglioso e abbagliante sorriso le si è sfaldato in mano. il suo mondo fatto di giornate con le amiche a sorseggiare daiquiri, crescere i figli sussurrando senza mai urlare anche quando deve riprenderli per la terza volta, amare un uomo che non la tocca da quando sono nati i figli, tenere in piedi il villaggio western fatto solo di facciate, cade.... il sorriso che serviva a coprire le crepe ora non solca più il suo bel viso. non ha più il marito nemmeno per finta e non può avere nemmeno il giardiniere di colore senza diventare una reietta. non può avere niente se non i figli e forse la casa che ora però è diventata una tetra magione gotica ricolma di scheletri e polvere.

Su Todd Haynes

oltre ad essere un gran bell'uomo, è un regista che nel giro di pochi film si è costruito una carriera stupenda. si pensi a SAFE sempre con una stupefacente julianne moore allergica al ventesimo secolo, e si pensi allo sbriluccicante VELVET GOLDMINE che fa del periodo glittering una storia epica, fatta di abbaccinanti eroi e defilate eroine dalla faccia triste.

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